Cinque miliardi di euro. Questo il risparmio evidenziato dagli Osservatori del Politecnico di Milano per la Pubblica amministrazione, che obbedisce a una seria filosofia di traffico di servizi elettronici e, non solo si è attivata per fare shopping, ma ha anche già preso accesso a gare e aste tramite soluzioni digitali. Eil dato emerso dal convegno «eProcurement: una concreta via verso innovazione, efficienza e trasparenza per la Pa italiana», promosso dallOsservatorio sulleProcurement nella Pubblica amministrazione della School of Management del prestigioso ateneo milanese.
La ricerca ha valutato un campione di 240 enti pubblici che procede allacquisto di beni e servizi online. «Il tema è da tempo al centro del dibattitto politico e economico del nostro Paese, ed è particolarmente sostenuto dallattuale ministro Renato Brunetta», ha dichiarato Andrea Rangone, coordinatore della ricerca. Dei circa undicimila enti pubblici italiani, solo il 50 per cento ha utilizzato almeno una volta uno strumento di eProcurement, ma in realtà quasi due su tre si è soltanto limitato a fare qualche acquisto sperimentale sui mercati elettronici, senza però attivare un reale piano di utilizzo serio di questi strumenti, sfruttandone le molteplici possibilità.
Ammontano a sole poche centinaia gli enti che sono in grado di trarre vantaggio in modo sapiente da tutti i servizi delleProcurement, in grado cioè di affiancare ai mercati e ai negozi elettronici, anche il ricorso a cataloghi online, oltre che gare o aste.
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