«I migranti soffrono per le scelte dei ricchi»

Sono causate «anche da discutibili provvedimenti», messi in pratica da «quei Paesi ricchi», che dovrebbero impegnarsi «più degli altri in seri percorsi di accoglienza». Al centro dell’attenzione di Dionigi Tettamanzi sono «le sofferenze dei migranti». Il cardinale, che ieri in Duomo ha celebrato la Messa con i vescovi provenienti da Europa, Africa, Asia e America Latina in occasione del prossimo avvio del G8 all’Aquila, nella sua omelia è tornato a prendere posizione a favore dell’accoglienza degli stranieri. L’arcivescovo sottolinea «l’emergere di un quanto mai diffuso egoismo sociale», da cui mette in guardia, e ribadisce che «i diritti dei deboli non sono diritti deboli». Troppo spesso invece, insiste, l’ingiustizia «si diffonde nascondendosi sotto il velo dell’apparente difesa dei propri diritti. Eppure, per chi è onesto, non è difficile distinguere la vera dalla falsa giustizia: il criterio principale è riconoscere se è compatibile con i diritti di tutti o di alcuni soltanto».
A proposito del summit dell’Aquila, Tettamanzi nel corso dell’omelia invita i Paesi membri del G8 a promuovere il dialogo con le altre maggiori potenze economiche per «aiutare e prevenire ulteriori crisi finanziarie» e a mantenere i patti «nell’aumento degli aiuti allo Sviluppo» e «sulla cancellazione del debito estero». Milioni di persone al mondo, sottolinea, subiscono ingiuste e drammatiche sofferenze, costrette come sono a migrare a causa delle difficili, se non proibitive, condizioni di vita nei Paesi d’origine.

E molte di queste sofferenze, insiste il cardinale, «sono provocate talvolta da discutibili provvedimenti messi in atto da quei Paesi più ricchi che dovrebbero maggiormente impegnarsi in percorsi d’accoglienza e integrazione seri, ragionati e rigorosi».
All’umanità, conclude l’arcivescovo di Milano, occorre oggi «un cuore nuovo, capace di pulsare in tutti con lo stesso ritmo e verso la stessa meta del vero, del bene e del giusto».

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