I Nas bloccano la grigliata d’orso I leghisti: «È Roma che vi manda»

Non è finita nei piatti della festa leghista la tanto contestata carne di orso. La carne destinata alla manifestazione della Lega Nord in Trentino infatti non si poteva mangiare e i Nas dei carabinieri ne hanno bloccato la vendita. La causa è il «mancato certificato d’importazione» dalla Slovenia. A spiegare l’accaduto ai presenti, circa 200 persone a mezzogiorno per il pranzo, è stato il leghista Enzo Erminio Boso, già senatore e parlamentare europeo. «È Roma che ce li ha mandati - ha detto alla festa - e sono venuti da Vicenza». Fatto è che le bistecche di orso alla brace e lo spezzatino di orso non sono stati serviti.
«Lunedì chiamo Bossi e gli chiedo di lasciare questa maggioranza», ha aggiunto Boso. Le sue parole sembrano sottintendere che siano stati esponenti del governo a inviare l’ispezione dei Nas. Al banchetto di Imer (Trento) era presente anche l’onorevole leghista trentino, Maurizio Fugatti, che ha smorzato i toni della polemica innescata dal collega di partito. «Conosciamo il carattere di Boso - ha detto Fugatti - e cercheremo di risolvere la situazione». I Nas risultano arrivati su mandato del ministero della Salute e gli agenti della Forestale da quello dell’Ambiente, entrambi hanno vietato la somministrazione della carne di orso. E il pranzo si è ridotto alla polenta, alla tosella e alle salsicce, piatti tipici locali. In vista della manifestazione erano già stati cotti 28 chilogrammi di carne d’orso e gli altri 22 chilogrammi dei 50 acquistati erano stati scongelati per la sera.
«Non saranno pochi chilogrammi di carne di orso a fare saltare un governo, anche se ci avessero messo del proprio», ha aggiunto il senatore trentino della Lega Nord Sergio Divina. «Questi ministri - ha continuato Divina - hanno alla fine esaltato quello che era il fine della nostra proposta: portare l’attenzione sull’orso, che è un vero problema.

Forse è ora di finirla di liberare orsi e sarebbe meglio pensare se hanno creato più benefici o più danni e rivedere eventualmente il progetto “Life Ursus”, che è costato non poche lire al Trentino». Conclude Divina: «Volevamo far arrivare il messaggio sui problemi che crea l’orso in queste valli, lo scopo è stato più che raggiunto. Comunque domani chiederemo il dissequestro e lo mangeremo in privato».

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