Laura Sonzogni
«Ho fatto la Bocconi negli anni del terribile Ricci di Matematica I.» Alla Notte bianca di via Sarfatti cè anche Onorato, 70 anni: «Non metto piede qui dal giorno della mia laurea, nel 1961. Ho saputo di questevento leggendo i giornali e non ho resistito alla curiosità di venire a vedere come è cambiata la mia università». Onorato non è lunico nostalgico: gli «irriducibili» della Bocconi sono lasse portante delle associazioni «Arte, cultura e teatro» e «Musica in Bocconi», protagoniste della serata di ieri. Nicola Pecchiari, ad esempio, ex studente e insospettabile insegnante di contabilità e bilancio, ma soprattutto sax tenore della «Bocconi Jazz Business Unit», il gruppo che ha chiuso la serata musicale proponendo la versione jazz di colonne sonore di film celebri degli anni Sessanta. Se lobiettivo della serata era di mostrare il volto creativo e artistico della Bocconi, è stato sicuramente centrato. «Sono molto contento di questa iniziativa - dice Teo, bocconiano di Pavia - perché è unoccasione di socializzazione». Circa 300 persone tra studenti, genitori, bocconiani di lungo corso o semplici curiosi, hanno partecipato allevento, nonostante il maltempo e il periodo infausto, quello degli esami, che ha scoraggiato i più studiosi. «Ho un esame lunedì», «non posso, devo studiare...» erano commenti ricorrenti alluscita della biblioteca dellateneo, attorno alle 19. La Notte della Statale, invece, è stata allinsegna delle musica classica e lirica.
I nostalgici tornano in Bocconi: «Non ci mettevo piede dal 61»
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