È uno degli ultimi atti,se non l’ultimo, della presidenza di Luiz Inacio Lula da Silva. Dopo otto anni alla guida del Brasile, Lula termina domani il suo mandato concedendo libertà all’ex terrorista e pluriomicida italiano Cesare Battisti. Un atto politico anche se supportato dal parere legale dell’Avvocatura di Stato brasiliano, arrivato ieri pomeriggio, che ha messo nelle mani di Lula il «no» all’estradizione chiesta dall’Italia. In patria, dove l’ex militante dei Pac e scrittore noir deve scontare l’ergastolo per quattro omicidi, tutte le forze politiche, dal Pdl, all’Italia dei Valori di Di Pietro - tranne il Sel di Vendolahanno condannato la decisione annunciata. Il figlio di una delle vittime di Battisti, Alberto Torregiani, ha lanciato per il 4 gennaio davanti all’ambasciata brasiliana a Roma un sit-in «alla presenza del sottosegretario Daniela Santanchè e di tutti gli esponenti politici che vorranno aderire ». E poi il 15 gennaio «una grande manifestazione nazionale». La pagina dedicata su Facebook ha superato le duemila adesioni in poche ore. Torregiani incontrerà nei prossimi giorni anche Berlusconi e chiede che «il governo valuti la chiusura dell’ambasciata». Palazzo Chigi ha trasmesso un comunicato durissimo contro la presidenza del Brasile: «Il governo considera incomprensibile e inaccettabile nel modo più assoluto» la decisione di Lula, il quale «dovrebbe spiegare tale scelta non solo al governo, ma agli italiani tutti e in particolare alle famiglie delle vittime e a un uomo ridotto su una sedia a rotelle». I giornalisti brasiliani hanno incalzato Lula fin dal mattino: «Leggerò oggi le carte e vi comunicherò la decisione», ha fatto sapere il presidente uscente. Poi, all’ora di pranzo. la notizia dell’avvocatura di Stato brasiliana: parere negativo all’estradizione. È stato chiaro, a quel punto, che a Lula toccava solo ratificare, questione di ore, tanto che il ministro degli Esteri Franco Frattini in serata ha iniziato a chiarire le prossime mosse: «Il Governo italiano si riserva di considerare tutte le misure necessarie per ottenere il rispetto del trattato bilaterale di estradizione».
Il Guardasigilli Angelino Alfano ha confermato che la procedura è stata seguita «costantemente, fino al momento in cui il Tribunale Federale (del Brasile, ndr ) aveva annullato il decreto che aveva concesso lo status di rifugiato ». Lula avrebbe dovuto «rendere immediatamente esecutiva quella pronuncia, in osservanza del trattato internazionale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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