I penalisti convinti: «Il governo dei Prof subalterno alle toghe»

Dopo la repentina smentita da parte di Palazzo Chigi di una modifica dell'ordinamento del Csm, l'Unione Camere Penali italiane smaschera l'esecutivo: «Ha il timore di contrapporsi all'unico potere "vero" rimasto: la magistratura»

Mario Monti così «spietato» nel tassare gli italiani e così zelante quando si tratta di rassicurare la magistratura? Non è (solo) una lettura originale delle priorità del governo tecnico, a sostenerlo è l'Unione delle Camere Penali: «Nei tecnici nei rapporti con la magistratura mostra scarsa autonomia, appiattendosi su chi si è fieramente opposto oltre un anno fa alla riforma costituzionale della giustizia, come il sindacato dei magistrati o il vicepresidente del Csm».
Insomma la smentita, nel giro di poche ore, da parte di Palazzo Chigi di una modifica della sezione disciplinare del Csm non smette di scatenare polemiche. «Dopo aver dimostrato subalternità sul tema della responsabilità civile dei magistrati, oggi il governo tecnico censura se stesso - accusano i penalisti nella nota ufficiale - ed abdica anche alla sola possibilità di proporre modifiche all'assetto della magistratura. La solita, vecchia, sottomessa politica».
Per l'Unione delle Camere penali il motivo di tanta solerzia è uno solo: «Il timore di contrapporsi all'unico potere "vero" rimasto: la magistratura».

Con buona pace del vicepresidente del Csm, Michele Giuseppe Vietti che ha accolto con soddisfazione la smentita scongiurando l'eventualità di una «turbativa». Per i penalisti è l'ennesima conferma: «Il Csm esercita un diritto di veto sulle leggi che riguardano la magistratura. Fatto al di fuori della Costituzione».

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