Nostro inviato a Melbourne
Nel paddock di Albert park è ufficialmente iniziato il processo a Schumi. Chi in sala stampa e chi passeggiando per i vialetti attigui, è stato un fiorire inaspettato di piloti pronti a «deporre» contro il grande assente. Non accuse, intendiamoci, ma parole che denotano assenza totale di nostalgia e, a volte, persino di stima. Solo in due hanno dimostrato coerenza: lo criticavano allora e lo fanno adesso. Sono Alonso e Trulli. Il campione del mondo, al domandone inquietante, ha infatti risposto: «Se è diverso questo mondiale senza Michael, se Michael mi manca? No, lui non mi manca». E Trulli. «Me lavete ricordato voi. Non cè lui, ci sono altri. Tutto qui. Vedete, la F1 va forte dentro e fuori la pista: veloci contro il cronometro, veloci a dimenticare qualcuno. Però Senna non è stato scordato, e non centra il fatto che sia morto. Era più amato come uomo che come pilota. Con Michael non è stato così: non ha saputo rendersi simpatico nellambiente; e in pista si è reso protagonista di certi gesti che hanno un po macchiato la sua immagine. Però io le cose, queste cose, gliele ho sempre dette in faccia; gli facevo capire che per scemo non poteva prendermi...».
Ovviamente Trulli allude a certe manovre, a certe scorrettezze che hanno accompagnato la carriera del grande tedesco. Gli altri piloti, invece, sono detrattori dellultima ora. Come il giovane Anthony Davidson (Super Aguri): «Con lui ci ho corso un paio di volte, per cui che ci sia o no a me non fa nessuna differenza». Liquidato. Come il talento polacco della Bmw, Robert Kubica: «Qualcuno potrebbe pensare che sarà più facile vincere, ma non è così». Liquidato. Come David Coulthard: «Alcuni suoi atteggiamenti non resteranno certo nella storia». Liquidato. Come il non più giovane Alex Wurz, ritornato in pista con la Williams: «Ha dato molto ai tifosi e preso molto a noi piloti...
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