«I pm militari si sono rifiutati di indagare»

nostro inviato a Poviglio

Quanti sono i dispersi di Poviglio? Marco Pirina, storico e animatore del Centro studi Silentes loquimur, azzarda dei numeri: «In un documento del 1946, finito fra le carte della presidenza del consiglio, si parla di 19 morti senza tomba. Più Ugo Pelicelli, il povero facchino e padre di sette figli trascinato nella piazza e poi ucciso in un campo. Ma i calcoli esatti sono complessi».
È stato proprio Pirina, nel 2006, a togliere il passato dalla storia e a riconsegnarlo alla cronaca: «Ho presentato cinque esposti su altrettante stragi avvenute nella zona alla fine della guerra. La magistratura militare della Spezia, curiosamente, me li ha rimandati indietro perché non riconosce i partigiani, così ho spedito gli incartamenti alla procura di Reggio Emilia che si è messa al lavoro». Una delle cinque stragi avvenne a Campagnola e al cavòn di Campagnola nel '92 sono stati ritrovati alcuni scheletri. «Il problema - aggiunge Pirina - è che quasi sicuramente alcuni dei dispersi di Poviglio furono uccisi a Campagnola e finirono nella fossa comune.

Nel '92 però le tecniche di identificazione del Dna erano ancora molto modeste; oggi i parenti delle vittime potrebbero sottoporsi al prelievo di un campione di Dna e in questo modo quei poveri resti, raccolti nell'ossario di Campagnola, potrebbero finalmente avere un nome».
Degli altri morti, invece, sessantadue anni dopo, non si sa più nulla.

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