da Napoli
La cosiddetta cupola, lorganizzazione capeggiata dallex dg della Juventus Luciano Moggi che avrebbe condizionato i campionati di calcio è per molti aspetti simile alla P2 e alla mafia. Questa è lopinione del pm di Napoli Giuseppe Narducci che con il pm Filippo Beatrice ha svolto la sua relazione nel corso delludienza preliminare. Ora la pratica passa al gup Eduardo De Gregorio che dovrà pronunciarsi sulle richieste di rinvio a giudizio nei confronti degli imputati di Calciopoli.
Per il pm Narducci il reato di associazione per delinquere «Sta un po stretto. Cè qualcosa - ha spiegato Narducci -, che ricorda più unassociazione segreta che fa del vincolo della segretezza il suo dato essenziale». Un Moggi «ossessionato dalla fame di vittorie la cui personalità criminale ricca e complessa guidava unorganizzazione che ricorda quanto previsto dallarticolo 1 della Legge Anselmi, pensato in funzione della P2, che esercita un condizionamento delle istituzioni pubbliche. Lorganizzazione inoltre può ricordare i profili di una associazione di tipo mafioso in cui il vincolo associativo veniva ulteriormente rinsaldato. Una sola, potente organizzazione criminale contro la quale nessuno ha potuto competere».
E per sottolineare il potere di Moggi ha ricordato quando il ministro dellInterno in carica si rivolse al dg della Juve, in occasione della morte di Giovanni Paolo II, per valutare lopportunità della sospensione del campionato.
Il pm Beatrice poi si è soffermato in particolare sui singoli capi di imputazioni.
Nel suo intervento il pm ha parlato di «Commissione anticipata del reato di frode sportiva: perchè tale reato si concretizzi - in sintesi ha osservato il pm Beatrice -, non serve dimostrare che lillecito sia portato a conclusione, ma è sufficiente stabilire lesistenza di contatti o accordi tra le due parti coinvolte. Ciò in quanto il bene tutelato da tale reato è quello della lealtà sportiva».
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