Politica polverosa e fatta da parrucconi? In Italia è la norma. A dirlo sono i risultati delle elezioni amministrative appena passate che confermano le difficoltà che i giovani incontrano nell’accedere alla vita politica, sia nelle amministrazioni centrali che in quelle locali. Le nuove generazioni rappresentano solo il 7,3% degli eletti, un terzo rispetto ai cinquantenni, seguiti a poca distanza dagli over 55. A confermare la regola della gerontofilia dilagante, l’eccezione della Lombardia, che vanta il felice primato della quota più consistente di giovani arruolati dai partiti. Lo rivela il libro di Cristian Carrara «Giovani, politica, futuro», da cui sono estratti i dati elaborati dalla Fondazione Achille Grandi per il bene comune.
Alle scorse amministrative, infatti, gli under 35 hanno raggiunto la quota del 12% degli eletti - guadagnando un 1% in più rispetto al 2005 - staccando nettamente le altre regioni che non sfiorano il tetto del 10%. Maglia nera alla Basilicata dove l’intera classe politica ha più di 35 anni. Chi dimostra di credere di più nei giovani è il centrodestra che ha schierato il 9,2% dei candidati under 35.
I politici più giovani? Lombardi e di centrodestra
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