La «via crucis» delle liste di centrodestra in Lazio e Lombardia passa davanti al Tar e al Consiglio di Stato. È già successo in passato: le Regionali sono state annullate e ripetute in Molise nel 2000, rinviate di 15 giorni in Basilicata nel 2005 e fatte svolgere con riserva di successivi controlli su una lista nel Lazio nel 2005.
L1 marzo 2000 il Tar di Campobasso, ritenne fondata la denuncia di irregolarità nelle elezioni. A vincere era stato Giovanni Di Stasi (Ds). In particolare, era stata ammessa al voto una lista dei Verdi e dei Comunisti Italiani che non avevano lautentica delle firme. La nuova consultazione si tenne l11 novembre 2001, e vinse Di Iorio.
A Potenza, invece, la riammissione della lista di Unità Popolare, esclusa in un primo momento per mancanza di un modulo, costrinse il prefetto a firmare un decreto che spostava le Regionali in Basilicata dal 5 e 6 aprile al 17 e 18.
Sempre alle Regionali 2005, le elezioni nel Lazio furono segnate dal cosiddetto «Laziogate», quando si scoprì che alcune firme a sostegno di «Alternativa Sociale» di Alessandra Mussolini erano state falsificate. La lista fu esclusa, il ricorso al Tar fu rigettato, ma il Consiglio di Stato riammise la lista rinviando a un secondo momento laccertamento. Poi i legali decisero per larchiviazione.
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