In principio era il «Quarto Potere», che aveva anche ispirato il titolo di un film famoso. Ed era solo la stampa, cioè l' insieme dei quotidiani e dei periodici che si trovavano in edicola. Poi è arrivata la televisione, quindi internet. E adesso il mondo dell' informazione, affollatissimo, è composto di «mass media», cioè mediatori di massa. Ma, nonostante questi cambiamenti, la domanda di fondo è rimasta: quanto i mezzi di informazione condizionano la vita politica in Italia? È il tema affrontato nel corso di un dibattito, uno dei consueti «aperitivi culturali», organizzato a Genova dai giovani imprenditori di Confindustria. Si tratta di uniniziativa che si propone di «formare» i giovani del mondo dellindustria, ma non solo ed è probabilmente liniziativa più visibile dellassociazione di via San Vincenzo. Relatori il caporedattore dell'edizione genovese del Giornale, Massimiliano Lussana e il corrispondente del Tg5 Alberto Pastanella e il professor Paolo Armaroli, docente di diritto pubblico comparato dell' Università di Genova e già consulente giuridico della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Sollecitati dalle domande dei giovani imprenditori guidati dal presidente Nicoletta Viziano, i due giornalisti hanno esaminato il moderno mondo dell' informazione. Un tempo c' erano solo i giornali e l' emittenza di stato, poi sono nate le tv private locali e nazionali, le radio libere. Dalla metà degli anni Novanta, poi, il panorama si è allargato con la diffusione di internet e delle tecnologie digitali. Una pluralità di voci e un flusso di informazioni imponente. Questo favorisce la libertà dellinformazione, il controllo del lettore sulla veridicità del contenuto dei media che svolgono un' importante funzione proprio nella verifica dell' operato delle istituzioni e della politica.
Ma sarebbe sbagliato - secondo i relatori - pensare che la funzione della stampa si esaurisca solo nello svolgere un ruolo di cane da guardia del potere. Sempre più spesso, infatti, gli stessi mass media si propongono come portavoce delle necessità delle comunità nelle quali sono più radicati, di fatto stimolando l' azione delle istituzioni in determinati campi.
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