Roma Palazzo San Macuto, sede della vigilanza Rai, come un qualsiasi liceo negli anni della contestazione. Quando, alle 14 di ieri, arrivano i parlamentari per la riunione pomeridiana, il portone è sbarrato da un nutrito picchetto di radicali. Molti sono si sono incatenati, qualcuno si è anche sdraiato per terra. «Vogliamo entrare» intimano come studenti coscienziosi onorevoli di entrambi gli schieramenti. «Di qui non si passa - ribattono i radicali - se proprio volete entrare cè lingresso secondario». Forza il blocco, dopo una lunga trattativa, solo Ivano Strizzolo (Pd) mentre le deputate del Pdl, Barbara Saltamartini e Barbara Mannucci devono passare per linee esterne. Intanto, anche se non volano bulloni o uova marce come nel Sessantotto, la tensione va alle stelle. E secondo copione arriva la polizia. Cè un accenno di scontro. Pacifisti sì, ma anche ostinati, i radicali non mollano. «Ci sono stati urla, spintoni e anche qualcosa di più - racconterà poi il parlamentare radicale Marco Beltrandi - ma nulla di drammatico». Il varco è aperto, la commissione può finalmente riunirsi anche se il presidio capeggiato da Marco Pannella e Emma Bonino resiste impavido. «Rimarremo qui finché non avremo risposta alle nostre richieste». Che sono «il ripristino della legalità nel nostro Paese», dopo labolizione delle tribune politiche e delle trasmissioni dellaccesso». Destinatari dellappello i vertici Rai, dal presidente Zavoli al presidente dellAgcom Calabrò, ai quali i radicali hanno scritto una lettera inviata, per conoscenza, alle più alte cariche dello Stato.
Sono le 16 e Beltrandi racconta in aula alla Camera cosa sta succedendo a San Macuto. Il presidente di turno, Rocco Buttiglione, non batte ciglio. Ringrazia ma sapeva già tutto. Ora che cè la polizia, è tutto tranquillo, assicura.
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