I ricercatori con il premio Nobel: «È masochistico ridurre i fondi»

Il premier: «Non è giustificato il suo grido d’allarme, stiamo lavorando per trovare i finanziamenti»

da Roma

A questo punto Romano Prodi ha fatto tombola. Dopo Rita Levi Montalcini e Carlo Rubbia è riuscito a far infuriare pure l’astrofisica di fama mondiale Margherita Hack. Il premier insiste con i tagli alla ricerca e dice che il Paese è impazzito? La Hack lo rintuzza subito: «Un Paese impazzito? Io dico, la ricerca non è un lusso né un optional, senza essa non si fa innovazione né si cresce: sto con Rita Levi Montalcini perché è un errore madornale, è masochistico tagliare i fondi per la ricerca».
Dunque non si abbassa di tono la protesta del mondo della scienza contro le scelte del governo Prodi che, con la Finanziaria, infligge un duro colpo agli enti di ricerca e al mondo universitario. Tocca ad Enrico Garaci, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità manifestare tutta la sua preoccupazione per le ricadute che potrebbe avere sulla salute pubblica un definanziamento del settore sanità. Ridurre i fondi a disposizione per la ricerca biomedica sarebbe un danno per il Paese, dice Garaci. «Il ministero della Salute porta avanti progetti che riguardano la qualità della vita e problemi di salute dei cittadini - avverte Garaci -. Attraverso i fondi per la ricerca biomedica e scientifica si stanno portando avanti ricerche importanti nei settori oncologico, delle neuroscienze e delle malattie cardiovascolari, aree in cui abbiamo eccellenze. Interrompere i finanziamenti, soprattutto in questi settori, sarebbe un grave danno».
Esistono poi rischi concreti per la salute pubblica. «Se in Italia abbiamo un’aspettativa di vita alta - osserva Garaci - il merito va anche al fatto che abbiamo un Servizio Sanitario nazionale che funziona e parte dei risultati positivi ottenuti si devono alla ricerca e ai progressi fatti nella diagnosi e nella terapia. I frutti della ricerca sulla salute si misurano in dati obiettivi».
Garaci poi ricorda come gli ultimi anni abbiano segnato una lieve inversione di tendenza rispetto alla «fuga dei cervelli» all’estero. Proprio ora che qualche brillante ricercatore aveva deciso di tornare a casa le restrizioni imposte dalla Finanziaria non potranno che fargli cambiare idea. Per il presidente dell’Iss tagliare i fondi alla ricerca biomedica infatti significa anche deludere le aspettative di tanti cervelli che hanno deciso di tornare in Italia.
«Dal mondo della ricerca biomedica si leva pure la voce di protesta del professor Carlo Flamigni che critica l’intervento del premier e dichiara: «Romano Prodi? Stia più attento... Io sto con il Premio Nobel per la Medicina, Rita Levi Montalcini: le sue sono lamentele sacrosante».

Flamigni è uno dei pioneri della riproduzione assistita e membro del Cnb (Comitato Nazionale di Bioetica). «È stupido privare il Paese del motore e volano del suo sviluppo: la ricerca accademica - dice Flamigni -. Senza ricerca non c’è futuro ma declino sicuro, ritorno ai tempi bui».

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