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I rischi dei medicinali al supermarket

Correva l'anno 1975 e mi trovavo per turismo a Washington. Una mattina, per effetto della polvere sollevata dal vento, mia moglie, che usa lenti a contatto, subì un’irritazione agli occhi. Un fatto di per sé banale e risolvibile terapeuticamente con l’introduzione di gocce di collirio. Così, ad un passante abbiamo chiesto dove poter reperire una farmacia. Il signore, gentilissimo, ci disse che negli Stati Uniti non esistevano farmacie, ma che si potevano acquistare farmaci al supermercato. Entrati in un supermercato abbiamo individuato la zona farmacia; sugli scaffali c'erano dentifrici, profumi, creme solari, digestivi, eccetera, ma di colliri neanche una confezione.
Ad un commesso è stato chiesto dove poter trovare il collirio e questi, sempre gentilmente, ci ha spiegato che senza ricetta medica non si poteva avere nessun collirio. Siamo dovuti allora andare all'ospedale di Washington, dove un impiegato ha ricevuto tutte le generalità di mia moglie e dopo alcuni minuti l'ha accompagnata verso un reparto.
Erano le 10,45 e l'impiegato mi ha detto di ripassare verso le 13-13,30 per recuperare mia moglie. Alle 13,15 ero in sala di attesa ma ho dovuto aspettare mia moglie fino alle 14,10. A questo punto venivo informato che a mia moglie prima era stata fatta una visita completa, con prelievi di sangue, radiografie al torace e domande di tipo generale sulle malattie infantili, sulle malattie dei genitori e quant'altro.
Appurata l'assenza di allergie per i farmaci più comuni, era stata dunque inviata al reparto oculistico. Qui il medico, dopo una visita completa alla vista, concludeva che il problema di mia moglie era una irritazione da fattori esterni e, dopo aver introdotto delle gocce di collirio per porre immediato rimedio all'infiammazione, prescriveva un farmaco che avrebbe potuto acquistare nello stesso supermercato dove già eravamo stati.
Ritornati nel supermercato ci siamo presentati nel reparto farmacia, abbiamo suonato un campanello, finchè si è presentato un farmacista in camice che ha preso la ricetta del dottore e, attraverso la porta, ha prelevato del liquido da tre flaconi introducendolo di volta in volta in una boccetta. Constatando che la boccetta è piena solo per un quarto del suo volume chiediamo al farmacista: «E se il collirio non basta?» Risposta: «Il dottore ha detto che questo deve bastare, se l'irritazione persiste è necessario sottoporsi a nuova visita». Dovendo ripartire per altre città degli Stati Uniti, chiediamo come sia possibile fare una nuova visita. Il farmacista risponde: «La cartella clinica di mia moglie è reperibile da qualsiasi ospedale degli Stati Uniti».
Ripeto: correva l'anno 1975.

Quando, passato il tempo prescritto, mia moglie ha introdotto nuove gocce di collirio negli occhi ha scoperto che sull'etichetta del collirio in appositi spazi era scritto il nome del paziente, il nome del medico che aveva prescritto la cura ed il nome del farmacista che materialmente aveva composto il farmaco. Ora domando: quando il governo Prodi parla della vendita dei farmaci al supermercato, intende qualcosa di simile? Mi astengo da ogni commento.

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