Allinizio, come provocazione, hanno minacciato di sottoporli alla cosiddetta «cura Salvini». Il capogruppo Lega Nord a palazzo Marino, infatti, tempo fa, dinnanzi alle mega-ville abusive dei nomadi a Muggiano non aveva esitato a dichiarare che il Comune avrebbe demolito sistematicamente tutto quello che gli zingari avevano eretto e che si apprestavano a costruire. Tuttavia i membri del consiglio di zona 7 sapevano bene di non poter fare muro contro muro perché, se avesse funzionato, la prima commissione nomadi di Milano - costituitasi venerdì - poteva porsi come modello per tutta la città.
«Per la prima volta in una commissione di questo genere sono stati convocati ben due rappresentanti dei nomadi, in questo caso del campo di Muggiano - spiega Carmine Abagnale, consigliere comunale azzurro, vice presidente della commissione sicurezza di Palazzo Marino nonché recentemente nominato segretario generale provinciale del sindacato di polizia Coisp -. Abbiamo voluto dare fiducia a questi rom, almeno a coloro che vogliono davvero rispettare il patto di legalità voluto dallassessore alle Politiche Sociali Mariolina Moioli. Il patto rappresenta lunico modo per controllare questi nomadi, censirli, assicurarsi che non vengano sviati nel loro intento dintegrarsi dalle bande di delinquenti che abitano in certi campi. Adesso controlleremo se, a Muggiano, abbiamo riposto bene la nostra fiducia».
«I nomadi di Muggiano ci devono dare un segnale di una loro inversione di tendenza contro lillegalità - spiega Luciano Decorato, vicepresidente della commissione nomadi di zona 7 -. Da ventanni il campo è stanziale, ci sono 20 famiglie e tanti bambini nati e cresciuti qui.
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