Cultura e Spettacoli

I romani e i «barbari»? Un esempio che oggi l'Occidente non deve imitare

Uno storico del British Museum: se l'impero
non fosse stato così arrogante con i goti,
anche l'Inghilterra sarebbe rimasta romana più
a lungo, come forse avrebbe voluto. In un
articolo sul mensile «Storica National
Geographic» in questi giorni in edicola

Storica
I rapporti fra romani e «barbari» nell'antica Britannia? Una lezione per il mondo moderno. Sam Moorhead, consulente di numismatica romana del British Museum di Londra, racconta che l'isola rimase romana anche dopo il 410, l'anno del sacco di Roma in cui le legioni abbandonarono la Britannia. Lo testimoniano alcuni reperti archeologici: particolarmente significativo il ritrovamento di monete di rame raffiguranti l'imperatore Valentiniano III, datate 425-35 e rinvenute in Inghilterra. Secondo l'esperto, questo dimostra che le popolazioni britanniche mantennero il sistema di valuta romana e, quindi, un legame economico con il Mediterraneo.
Questa interessante riflessione, contenuta nell'articolo «portante» del numero appena uscito in edicola della rivista «Storica National Geographic», racchiude in realtà molto più di una verità storica: Moorhead si interroga sul significato delle invasioni barbariche che portarono al crollo dell'Impero Romano. Egli afferma che se i Romani fossero stati più accomodanti nei confronti dei Goti e avessero cercato una collaborazione, non si sarebbe giunti a conclusioni così estreme e la Britannia sarebbe rimasta nell'impero più a lungo.
Secondo lo studioso, questa vicenda è una lezione anche per il mondo moderno, paragonando l'arroganza dei Romani nei confronti dei barbari, che stavano prendendo il sopravvento, con l'incapacità delle società occidentali di oggi di gestire il rapporto con i Paesi emergenti. In entrambi i casi, si assiste alla mancata comprensione del cambiamento storico, che per i Romani fu fatale.
Ma l'ultimo numero del mensile storico del National Geographic si occupa anche di altro. Come la storia di Cleopatra, la regina d'Egitto, corredata dalle ultime scoperte archeologiche sulla tomba della sovrana e del suo secondo amante romano, Marco Antonio.
Nel numero di agosto non poteva mancare un articolo dedicato al fenomeno delle stelle cadenti, che hanno sollecitato la fantasia di tutti i popoli antichi, per i quali rappresentavano segnali celesti. Nei paesi cristiani vengono chiamate Lacrime di San Lorenzo, perché associate al martire cristiano ucciso il 10 agosto 258 su ordine dell'imperatore Valeriano.
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500 anni fa.

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