I sepolcri imbiancati? Sono tutti rossi

Il conduttore della "Zanzara" infilza la doppiezza morale di tanti (troppi...) "sinistri"

I sepolcri imbiancati? Sono tutti rossi
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Ci autodenunciamo subito, prima che voi iniziate a leggere la recensione di Ipocriti! (Cairo Editore, pagg. 208, euro 17), così da evitare qualsiasi imbarazzo. Siamo fan della Zanzara, e ovviamente di Giuseppe Cruciani, dei suoi battibecchi con David Parenzo, dei suoi ospiti che in meme continui e ossessivi, che solo i nostri giorni possono creare, finiscono per diventare personaggi pubblici, delle sue posizioni politicamente scorrette e, per questo, quasi sempre condivisibili, del suo turpiloquio (talvolta certo eccessivo) e soprattutto del suo sano non prendersi mai sul serio. E così prendendo in mano il libro di Cruciani, idealmente molto legato a quello che aveva pubblicato l'anno scorso (Via Crux, contro il politicamente corretto), ci sembra quasi di sentirlo parlare alla radio.

Lui, Cruciani, ci avverte subito: "Non ho la verità in tasca e detesto chi si prende troppo sul serio. Non considero un valore la coerenza, anzi apprezzo chi nella vita cambia idea. Mi fanno incazzare, però, coloro che predicano bene e razzolano male". Gli ipocriti, appunto. E l'Italia (ma non solo perché tutto il mondo è paese) ne è piena. Sguazzano in tivù da un talk all'altro, intasano i social di post e reel, sgomitano per un'intervista sui giornali: li trovi ovunque, come prezzemolini. Li chiama anche "sepolcri imbiancati". E li mette in fila, uno per uno, in quella che pare la sesta bolgia dell'Inferno di Dante. E, se anche se ne fosse perso per strada qualcuno, il suo provocatorio elenco accende un riflettore non solo su chi oggi inquina il dibattito pubblico, ma anche su chi minaccia la nostra libertà. E qui sta il punto nevralgico di tutto il libro che l'autore descrive come il suo "infinito tributo alla cosa più importante che abbiamo, e non dobbiamo mai considerare scontata: la libertà di espressione contro ogni ipocrisia e ogni perbenismo".

Ipocriti! non è uno di quei saggi da leggere pedissequamente rispettando la struttura data dall'autore. È più una sorta di vademecum. Una guida da tenere sul comodino e spulciare all'occorrenza. O meglio ancora: un manuale di autodifesa che aiuta il lettore a liberarsi dalle ipocrisie quotidiane, di cui talvolta è inconsciamente vittima, e a prendere le distanze da chi ogni giorno vuole imporre il proprio verbo.

Ma veniamo al dunque. Chi sono questi ipocriti? Ovviamente in testa a tutti Cruciani mette gli antifascisti che, sebbene il fascismo non ci sia più (da ottant'anni!) e non possa più ripresentarsi, continuano a riempirsene la bocca. "Tutto il mondo autoproclamatosi progressista si eccita quando sente odore di fascio spiega Cruciani poiché l'antifascismo è una scorciatoia, è diventato programma politico quando non si ha un bel niente da dire". Epperò quegli stessi che vanno in piazza a manifestare contro la deriva autoritaria delle destre, siano esse impersonificate in Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni o Donald Trump, sono poi i primi a imbavagliare chi non la pensa come loro. Qualche esempio: nessuno (a sinistra) ha battuto ciglio quando Parenzo è stato contestato alla Sapienza o quando, nello stesso ateneo, è stato preso di mira Daniele Capezzone o ancora quando vengono aggrediti i giovani di Fratelli d'Italia. Di una cosa è certo Cruciani: "Non ho mai sentito alcun progressista battersi per la libertà di espressione dei suoi avversari".

A proposito di libertà di espressione. Ovviamente nel libro non potevano mancare le follie del linguaggio inclusivo. Con un avvertimento doveroso e sacrosanto: "Quando vi raccontano che il woke è tramontato, non credeteci. Vogliono ingannarvi allo scopo di tornare all'assalto della realtà". Con tutta la loro "paccottiglia ideologica" annessa. A partire dalla smania di riscrivere la lingua italiana (e pure l'Inno di Mameli). "Come se al fruttivendolo, al macellaio, all'operaio, all'impiegato, al muratore, che devono arrivare a fine mese, fottesse qualcosa delle pippe mentali su una vocale da cambiare o un plurale da cancellare".

Ma torniamo agli ipocriti. Quelli che è giusto sputare addosso alle forze dell'ordine (pagate poco e pure prese a mazzate) ma che poi le vogliono risolute e dure quando fa comodo a loro. Quelli che l'accoglienza degli immigrati si fa ma non a casa loro. Quelli che se la destra occupa la Rai è dittatura, se lo fanno loro è democrazia. Quelli che condannano OnlyFans ma vanno lì a sbirciare le donnine nude. Quelli che dagli al macho e al patriarcato, ma se a tirare ciocche di capelli è uno di loro si voltano subito dall'altra parte.

Insomma, un affollatissimo girone dantesco al termine del quale non possiamo che fare nostro il grido finale di Cruciani: "Abbasso l'ipocrisia, viva la libertà di espressione, sempre contro il politicamente corretto! Avanti tutta amici miei!".

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