I soldi in più in busta paga non faranno aumentare le tasse

A La detassazione di straordinari, incentivi e premi di produttività viene applicata, in via sperimentale, sulle buste paga dei dipendenti privati da luglio a dicembre 2008. A novembre, un mese prima della fine della sperimentazione, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi convocherà le parti sociali per una verifica degli effetti concreti del provvedimento in termini di crescita dei salari, di maggiore produttività e di saldi di finanza pubblica.
B La misura prevede un’imposta secca del 10%, al posto dell’attuale 27% per i redditi superiori ai 28mila euro e del 38% per quelli superiori. Beneficiano dello sgravio tutti i dipendenti del settore privato che hanno dichiarato un reddito lordo non superiore a 30mila euro nel 2007. Il beneficio si applica su una cifra massima di 3mila euro di imponibile fiscale (contributi esclusi) maturati nell’arco dei sei mesi tra straordinari, premi e incentivi. Oltre questo tetto si applicano le vecchie imposte. Secondo le prime stime, il provvedimento riguarderà circa 16,5 milioni di lavoratori.
C Dipende sostanzialmente da due fattori: lo stipendio base e il numero di ore di lavoro straordinario svolte dal dipendente. Ipotizzando 250 ore straordinarie all’anno, un operaio specializzato con una busta paga base di 1.300 euro lordi guadagnerà in un anno quasi 400 euro in più; un impiegato nel commercio, stipendio base lordo 2.477 euro, può arrivare a incassare, nell’arco di 12 mesi, 840 euro in più: poco meno della tredicesima di un operaio al primo impiego.
D No. I soldi guadagnati dai lavoratori grazie alla detassazione degli straordinari non contribuiranno all’aumento delle aliquote, e non verranno calcolati a fini fiscali.
E I dipendenti pubblici, esclusi dalla sperimentazione per limitare l’impatto della detassazione sui conti dello Stato, potrebbero entrare nel nuovo regime fiscale dopo la «verifica» del piano fissata a novembre.

Il governo potrebbe anche decidere di inserire la detassazione degli straordinari all’interno del già annunciato piano di riforma della pubblica amministrazione, tra le misure studiate per rilanciare la produttività, la mobilità e l’efficienza dei dipendenti dello Stato.

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