Kandahar - Adjmal Naskhbandi, l'interprete afgano di Daniele Mastrogiacomo, è stato decapitato oggi alle 14:00 italiane. Con questo drammatico ed inaspettato annuncio alle agenzie di stampa i Taleban hanno provocato ore di angoscia in Italia e dato nuovo fuoco ad una polemica politica che già divampava. Una tensione che si è prolungata per ore a causa dell'assenza di conferme ufficiali fino a quando, in serata, Romano Prodi ha ufficializzato l'avvenuta esecuzione definendola "un delitto assurdo" e stigmatizzando "speculazioni esecrabili" le critiche immediatamente piovute sul Governo dall'intera Cdl che a gran voce chiede l'apertura di una Commissione parlamentare di inchiesta. Solo poche ore prima, in mattinata, sempre un portavoce dei Taleban aveva prima confermato che l'ultimatum sarebbe scaduto domani alle 15:00 (ora di Kabul), quindi, con una mossa a sorpresa, aveva internazionalizzato la crisi legando la sorte dei due cooperanti francesi - rapiti cinque giorni fa dallo stesso gruppo che ha sequestrato il giornalista di Repubblica - proprio al destino di Adjmal. "Sono nelle nostre mani e decideremo la loro sorte una volta che avremo finito con Adjmal", hanno crudamente fatto sapere i Taleban. Ora anche Parigi trattiene il fiato. Dalla Casa Bianca un solo commento: questa uccisione conferma la barbarie dei Taleban. Violento anche il j'accuse del fondatore di Emergency, Gino Strada, che è tornato a chiedere un intervento dell'esecutivo presso il Governo afgano affinché torni in libertà il collaboratore di Emergency Rahmatullah Hanefi, che ha mediato per la liberazione del giornalista di Repubblica. Strada ha anche sottolineato che l'Italia ha già speso 50 milioni di euro dei contribuenti per il sistema giudiziario afgano, proprio quello che sta tenendo in carcere senza spiegazioni Hanefi. Intanto l'Afghanistan brucia: oggi è stata la peggiore giornata da mesi per le forze Nato. Ben sette militari dell'Alleanza e otto afgani sono stati uccisi in diversi attacchi dei Taleban uccisi.
Il dolore di Mastrogiacomo "Sono a pezzi": Daniele Mastrogiacomo, nel giorno di Pasqua, attorniato dai suoi familiari, riceve la notizia terribile dell'esecuzione del suo interprete Adjmal e riesce solo a dire queste poche parole. Affida poi a una nota subito sul sito di Repubblica i suoi sentimenti di grande dolore e di profonda angoscia. Gli stessi del direttore Ezio Mauro e di tutta la redazione. "Sono affranto, distrutto, - scrive - di nuovo catapultato in un incubo che sembra non finire mai. E un omicidio orribile, gratuito, vigliacco. Ajmal Nasqebandi era un giornalista. Come me, come tanti che fanno il nostro mestiere in giro per il mondo. Non c era e non c è mai stata differenza tra me Ajmal e Saeed Nagha, l autista che ci ha accompagnato nel sud dell Afghanistan per fare un intervista ad un comandante militare. Paga un prezzo altissimo e la responsabilità - prosegue - ricade interamente sui Taliban: hanno mostrato al mondo la loro vera faccia, quella che rimproveravano a noi giornalisti di non volere raccontare all esterno. E quella che ci hanno annunciato con una telefonata alle agenzie di stampa. Non sono stati ai patti: ci hanno tolto le catene e ci hanno detto che eravamo liberi. Ho visto il mio amico e intreprete pronto ad imbarcarsi su un convoglio che lo avrebbe consegnato a degli emissari. Così hanno detto i Talibani che ci tenevano prigionieri, così hanno continuato a ripetermi durante il mio trasferimento al luogo dove sarei stato liberato. Erano tutte bugie, solo bugie. Lo hanno ripreso e tenuto segregato per altri 16 giorni. Non hanno ascoltato gli appelli, a centinaia, lanciati da ogni angolo del mondo: hanno deciso di ucciderlo, con 24 ore di anticipo sull ultimatum, per ribadire quello che sono: dei semplici assassini. Alla famiglia di Ajmal va tutto il mio affetto in questo tragico e difficilissimo momento, assieme alla durissima condanna, all orrore di un omicidio che non ha alcuna spiegazione".
"Abbiamo sperato fino all'ultimo - sono le parole di Ezio Mauro - che non fosse vero. E' un omicidio barbaro e senza alcuna ragione, nemmeno in una logica di guerra. Un gruppo di lavoro composto da un giornalista, dal suo interprete e dal loro autista è stato sequestrato un mese fa dai talebani a scopo terroristico, mentre svolgeva un reportage nel sud dell'Afghanistan. Mentre era in corso un negoziato per arrivare ad uno scambio di prigionieri Saeed, l'autista, è stato trucidato barbaramente.
Quando il negoziato si è concluso Daniele Mastrogiacomo e il suo interprete Adjmal sono stati liberati insieme dalle catene che li avevano imprigionati per 15 giorni e sono stati avviati su due convogli per essere condotti fuori dal campo talibano. Daniele ha raggiunto la libertà e per fortuna non dobbiamo piangere oggi anche la sua morte. Adjmal é stato ricatturato oppure ceduto ad un'altra banda, per intavolare una nuova trattativa con il governo afgano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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