Raccontano i cronisti comunali che allora, ed erano i tempi di Paolo Pillitteri sindaco, per evitare di sforare i tempi stabiliti per approvare delibere particolarmente discusse, a Palazzo Marino si fermassero gli orologi. O addirittura, talvolta, si spostassero allindietro le lancette. «Non mi ricordo», cerca di negare Pillitteri. Che poi «a taccuino chiuso», ammette che «forse sì, se si era tutti daccordo». Ma «proprio tutti daccordo, magari si faceva». Limportante era «farlo cum grano salis». Le occasioni? «In genere gli aumenti del tram. I bilanci? Meno, perché erano gli anno Ottanta e non cerano grandi problemi per le finanze del Comune». Più contese «le grandi delibere sul territorio, le variazioni per il cambio di destinazione urbanistica, la riqualificazione di aree industriali dismesse». E le lancette indietro? «Magari quando cera aria di crisi, quando le giunte stavano per cadere allora cerano le maratone che cominciavano al pomeriggio e andavano avanti fino al mattino dopo. Con vincitori e vinti, feriti e reduci». Non un bello spettacolo. «È il sale della democrazia. E io penso e spero che sempre sarà così». Ventisette ore per approvare la delibera su Sea e Serravalle non sono un po troppe? «Si è finito per linkare, come si direbbe oggi, il tema di Sea e Serravalle con la presenza di un uomo di grande capacità come Vito Gamberale. E lì cè stato lo scontro con lassessore Bruno Tabacci che è luomo forte della giunta Pisapia».
Si è discusso molto anche della governance della Sea, del nuovo direttore finanziario, del cda da azzerare. «Io non sono così critico sullo spoil system. In fondo, siamo onesti, lhanno sempre usato un po tutti. Limportante è mettere la gente giusta al posto giusto. E non danneggiare le società».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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