Perbene, educati, civili. I tre candidati alle primarie del centrosinistra non hanno uno stile da lotta libera. Eppure in palio cè la candidatura a sindaco della seconda città dItalia, e la partita è apertissima. Il fair play dunque sta lasciando il posto alle asprezze. Lo dimostra le bacchettate che lavvocato ha riservato allarchitetto nel corso del primo confronto a tre. Ma lo dimostrerebbe una certa inquietudine che serpeggia in seguito a una voce circolata negli ambienti della politica locale: nella Tv pubblica sarebbe arrivato linvito a seguire con particolare «attenzione» la campagna di Stefano Boeri.
In Rai si dice che i servizi fra i tre sono calibrati al secondo, e che larchitetto ha avuto forse solo un passaggio in più degli altri. Qualcuno però ha notato che con lui, che è pur sempre il candidato «ufficiale» del Pd, si è già schierato Walter Veltroni, che vanta ancora schiere di amici in viale Mazzini a Roma. Altri notano che il fratello Tito è di casa sugli schermi (e sui divani) tv. E fra i sostenitori di Giuliano Pisapia più duno ha notato come lex deputato sia stato inquadrato come un milanese qualsiasi (oscurato) nellambito di un servizio dedicato alla campagna elettorale «Milano si muove». È stata inoltre molto ripresa e rilanciata la dichiarazione con cui lo stesso Boeri ha nei giorni scorsi ha chiesto «forti investimenti» per la sede Rai di Milano, definendo il tg regionale uno «strumento di informazione importante per la città», e lanciando un appello contro la «inaccettabile» ipotesi della chiusura delledizione notturna.
La questione è tuttaltro che ininfluente. Mentre Valerio Onida è il vero outsider della gara, Boeri parte con un (solo) vantaggio: lappoggio dellapparato Pd - per la verità non proprio una «macchina da guerra».
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