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I tre tenori all’assalto del bunker Bayern

I tre tenori all’assalto del bunker Bayern

Il tridente degli assi contro una difesa record (un solo gol incassato e 31 segnati in otto partite all’Allianz Arena tra Bundesliga, Champions e Coppa di Germania). Il secondo round con il Bayern - fermato a Fuorigrotta due settimane fa grazie alla buona sorte e alle prodezze di De Sanctis - è il vero esame di laurea europeo per il Napoli. Sarà una partita storica quanto dura per la squadra di Mazzarri. Anche se tre mesi fa, quando l’urna di Montecarlo non fu benevola con gli azzurri e si parlò di «girone della morte», nessuno si sarebbe aspettato il brillante cammino continentale di Cavani e compagni.
«Sarà un Napoli a petto in fuori contro un Bayern fortissimo», il grido di battaglia del presidente De Laurentiis. I tedeschi, di gran lunga superiori agli azzurri, cercheranno di chiudere in casa il discorso qualificazione. «Il nostro calcio è arte», l’avviso ai partenopei del patron Hoeness. Ma il Napoli, che sta dando la priorità alla Champions (come dimostra il turn over in campionato, costato più di uno stop alla squadra di Mazzarri) non avrà nulla da perdere e può giocarsela. E l’unica arma a disposizione saranno pressing e corsa per limitare il possesso palla avversario. «Non firmo per il pari, in queste gare bisogna puntare al massimo, altrimenti si parte già sconfitti», ammonisce il portiere De Sanctis.
«Non possiamo fare calcoli, dobbiamo fare la partita perfetta, cercando di imporre il nostro gioco come facciamo sempre, loro devono commettere qualche errore», la sintesi di Mazzarri nella pancia dell’Allianz Arena. Dove De Laurentiis ha studiato, in compagnia dell’amico Rummenigge, l’organizzazione del club bavarese. Proseguendo così il «corso di aggiornamento» iniziato nelle strutture del Barcellona e del Manchester City.
«Già essere arrivati qui è una vittoria, stiamo affrontando la nostra prima esperienza in Champions, ma vogliamo continuare a stupire - dice ancora il tecnico del Napoli -. Per il momento siamo secondi inaspettatamente, quello che faremo d’ora in poi sarà tutto in più, un’impresa straordinaria. Il Bayern è una squadra fortissima, non a caso ha cinque candidati al Pallone d’Oro (rimasti però in 2, Müller e Schweinsteiger, quest’ultimo recuperato in extremis per stasera, ndr) e sul mercato può permettersi di spendere cifre astronomiche».
Ma il tridente d’attacco, sempre schierato da Mazzarri in Champions e nelle partite importanti in serie A, tranne che con l’Inter, sarà ancora una volta l’arma per scardinare il muro bavarese. Undici gol stagionali finora per il trio, tre dei quali realizzati in Europa. Cavani è tornato al gol a Catania dopo un mese di digiuno in campionato, ma non è al meglio; Hamsik ha giocato più di tutti nel 2011 ma attraversa una fase di appannamento e non segna dal 1° ottobre (rete a San Siro); Lavezzi cerca il primo guizzo continentale dopo essersi sbloccato al San Paolo. Mancherà capitan Cannavaro squalificato, «prima» internazionale da brividi per l’argentino Fernandez. «È un giovane e sappiamo che qualche rischio c’è, ma solo così si può crescere», sottolinea Mazzarri. Che incassa con piacere gli elogi di Heynckes («il Napoli è una sorpresa, ha un gioco veloce e aggressivo e punta sempre alla vittoria») e pensa all’ondata azzurra presente stasera nel «tempio» del Bayern: saranno ottomila i tifosi napoletani tra residenti e quelli che arriveranno dall’Italia con bus e charter. Erano in ventimila nel 1989 per la semifinale Uefa pareggiata 2-2 con la doppietta di Careca, antipasto della finale poi vinta con lo Stoccarda.

Ma erano anche altri tempi.

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