I ventisei ristoranti top di Milano

Sale il numero dei relatori, 56, ma s’impenna anche quello dei ristoranti che partecipano al Fuori Congresso di Identità Golose dal 28 al 31 gennaio a Milano. Nel 2006 le insegne erano 14, settimana prossima saranno 26, grandi insegne che disegneranno menu espressamente dedicati al congresso di cucina d’autore. E siccome ogni anno c’è sempre più gente, dall’estero ma anche da altre parti d’Italia, che chiede di provare risotti allo zafferano, ossibuchi o cotolette con l’osso, ricette spesso (e non sempre a torto) credute prossime all’estinzione, ecco 8 indirizzi per capire che a Milano si può ancora mangiare milanese. E pure molto bene. I piatti del territorio rivisitati sui Navigli con estro e rigore da Claudio Sadler suoneranno una bella carica ad altre sette insegne che prestidigitano i veri sapori della memoria meneghina: succede Al Tronco, Al Matarel, al Torchietto, da Masuelli San Marco, all’Osteria I Valtellina, alla Trattoria della Pesa e alla Trattoria Milanese di via Santa Marta. Con le 8 novità di Milanointavola, ecco i ristoranti di Cucina d'autore, sezione che quest’anno mette in fila 16 indirizzi che ogni accanito gourmet (ma anche il semplice goloso) non dovrebbe mai farsi sfuggire. Qui la milanesità, geografica e/o gastronomica, è un approdo che può anche avere natali o influenze altrove: c’è la saggezza toscana che guida Aimo Moroni nello storico Luogo di Aimo e Nadia, il grande talento del vicentino Carlo Cracco che, a proposito, al Cracco-Peck mette in tavola un risotto allo zafferano che fa perdere il bon ton e la perizia elvetica di Pietro Leemann, oracolo del Joia, tempio vegetariano con pochi eguali in Europa. E poi le insegne-novità: il Trussardi alla Scala di Andrea Berton, aperto da poco e già sulla bocca di tutti, e lo Zero di corso Magenta, raro esempio di vera cucina giapponese avulsa da logiche modaiole. La gita più fuori porta spinge fino a Cornaredo, sede del D’O: ne vale la pena non solo perché quel che si paga in benzina si guadagna dal conto ridotto, ma soprattutto perché Davide Oldani ha in serbo un Rognone con scarola e datteri che ci fa già acquolinare come i cani di Pavlov.

Eros Picco e Tommaso Arrigoni, chef e patron di Innocenti Evasioni, freschissimi Jeunes Restaurateurs d’Europe, tireranno infine la volata simbolica a tutti quegli altri ristoranti della città del Cenacolo (lista completa e riferimenti su www.identitagolose.it) che con la loro golosissima sostanza stanno pian piano seppellendo il noioso pregiudizio della Milano attenta solo al futile e all'apparire.

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