I volontari devono portarsi pure le pale Forse in Francia i dispersi di Vernazza

Primo gruppo di ragazzi. Scusate, sapete dove si può trovare una pala? «Guarda, noi ce la siamo portata da casa o l’abbiamo comprata qui. Oppure prova ad andare in municipio, ma la devi restituire entro le sei di sera e te ne danno soltanto una ogni quattro persone». E gli altri tre come fanno? «Eeee...con le mani, come devono fare». Secondo ragazzo. Ma il Comune o la Protezione civile non vi ha fornito attrezzature, stivali, guanti? «Il Comune? Ma figurati, ha finito le scorte già da un po’. Il sindaco l’altra sera in televisione ha detto che le farà arrivare domani. Peccato che noi siamo ancora immersi nel fango». Ecco, in via Fereggiano a Genova, a tre giorni dall’alluvione che proprio in questa strada ha travolto sei vite, l’organizzazione dei volontari è un fattore lasciato del tutto, o quasi, al caso. O meglio, al buonsenso dei singoli che si spera abbiano portato con sé tutto l’occorrente per spalare un mare di fango e che siano così pratici della zona e abili nel riconoscere le priorità dell’emergenza, da muoversi in maniera del tutto autonoma. «Noi però l’avevamo detto che dovevano venire già con le pale. C’era scritto sulle indicazioni per i volontari», provano a ribattere in municipio, come se questo bastasse di per sé ad assolverli da ogni mancanza e a giustificare la confusione. Perché una gestione, un coordinamento vero e proprio, qui dove ancora si annaspa in mezzo ai detriti, non c’è. Manca un presidio della Protezione civile o del Comune che siano in grado di dirigere gli aiuti nei punti strategici. L’unica indicazione per muoversi in mezzo al caos è andare peregrinando di negozio in negozio, di casa in casa a chiedere chi ha più bisogno augurandosi di essere finiti nel posto giusto. «Ti dicono di andare in corso Sardegna e provare lì ma niente di più». Va bene, ma tutti quelli che sono arrivati da fuori città, e sono tantissimi, come fanno a distriscarsi in questo marasma? Poco conta, perché in via Fereggiano non hanno pensato nemmeno ai viveri per i volontari. Per fortuna ci sono gruppi che si sono organizzati, gli scout, le parrocchie che hanno regalato i panini, per fortuna in mezzo alla strada ci sono pile di confezioni di bottigliette di acqua e bibite messe a disposizione dai supermercati allagati. Ma la Protezione civile o chi per essa non vi ha portato da mangiare? Un ragazzo mastica il toast con il viso pieno di fango, si ferma un momento prima di rispondere. «Cibo? No, solo acqua».


E mentre a Genova si spala nel caos, in Francia, e anche nelle Cinque Terre, ci si interroga sui tre corpi ritrovati sul litorale di Saint Tropez, che potrebbero essere quelli dei tre dispersi di Vernazza, trascinati in mare dal fiume di fango che li investì il 25 ottobre.

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