I vostri soldi\2ª puntata

La crisi internazionale ha compresso i risparmi delle famiglie, molte delle quali già in difficoltà nell’affrontare le spese quotidiane. A pochi giorni dalla decisione del governo di «congelare» per il 2009 i costi dei mutui a tasso variabile (il decreto legge prevede l’intervento pubblico se il tasso supera il 4%, spread compreso), il Giornale prosegue quindi il proprio viaggio nel mondo del credito soffermandosi, con l’aiuto del consorzio PattiChiari, sui meccanismi dei mutui. Lo strumento attraverso cui molti italiani coronano il desiderio di vivere in una casa di proprietà, realizzando quello che è sovente l’investimento più impegnativo della propria vita.
Attenzione al rapporto rata/stipendio
Il punto di partenza migliore è valutare l’importo massimo della rata che è possibile pagare (di norma il 30% del reddito netto mensile). Fatto questo calcolo è bene discutere con la propria banca le alternative a disposizione soffermandosi sulle condizioni del mutuo scelto (dai criteri di indicizzazione della rata allo spread). Tenendo presente che soprattutto se si opta per un mutuo a tasso variabile, è pericoloso indebitarsi al massimo delle proprie possibilità perché se nel corso del finanziamento la Bce alza i tassi, la rata si appesantirà ulteriormente. Vanno poi considerate le spese «accessorie» (perizia dell’immobile, istruttoria e assicurazione obbligatoria). Da gennaio sarà tuttavia più semplice controllare i mutui contratti per la prima casa, le cui rate non saranno più agganciate all’Euribor ma al tasso di sconto della Bce.
Cosa propone il mercato
Il bivio più comune è tra i mutui a tasso fisso e quelli a tasso variabile. Esistono però offerte a «rata costante» (la durata del rimborso cambia a seconda dell’andamento dei tassi) e con il «cap»: un «tetto» oltre il quale l’importo da pagare non può salire anche in caso di un forte aumento del costo del denaro (può però essere previsto anche un livello minimo, detto «floor», pavimento). Si aggiungono poi i mutui a «tasso misto» (si parte con un fisso o variabile e, trascorso un dato periodo, si può cambiare), i «mutui bilanciati» (consentono di suddividere i rischi mescolando tasso fisso e variabile) e quelli «elastici» che prevedono il pagamento periodico della sola componente d’interessi, mentre la parte di capitale può essere rimborsata in modo flessibile.
La «bussola» di PattiChiari
Un aiuto per orientarsi tra le molte offerte sul mercato è offerto da PattiChiari che ha approntato una serie di consigli pratici disponibili anche online (http://edu.pattichiari.it) sul sito del consorzio che raggruppa le principali banche italiane. Tre i capisaldi, primo: trovare con la banca un punto di equilibrio tra la cifra di cui si necessita e la busta paga. Secondo: evitare decisioni affrettate e informarsi sulle penali che scattano se non si fosse in grado di rispettare le rate. Terzo: chiedere chiarimenti, finché non si è compreso appieno l’impegno che si sta per assumere.
La rinegoziazione e la surroga
Il risparmiatore ha comunque la possibilità di rinegoziare il mutuo lungo la durata del contratto, magari per ovviare a una diversa situazione patrimoniale o all’oscillazione dei tassi. La rinegoziazione non comporta l’estinzione del vecchio mutuo, ma solo una modifica e quindi ha costi minori rispetto all’estinzione anticipata e alla riaccensione di uno nuovo.

In mancanza di un accordo con la propria banca è comunque possibile «traslocare» il mutuo in un altro istituto (la «surroga»). C’è poi l’accordo spalma-rata, raggiunto tra l’Abi e il ministero dell’Economia, per aiutare le famiglie in difficoltà.

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