"IA, l'impresa è in ritardo. Qui un centro sperimentale"

Per Alvise Biffi l'intelligenza artificiale sarà la sfida della nostra industria: più produttività e meno costi

"IA, l'impresa è in ritardo. Qui un centro sperimentale"
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È Alvise Biffi il nuovo presidente di Assolombarda. Eletto in assemblea privata, resterà in carica fino al 2029. Quarantasei anni, imprenditore, già vicepresidente dell'associazione oltre che membro del consiglio generale di Confindustria e consigliere della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi. Dopo la laurea in economia aziendale alla Bocconi si è occupato di digital transformation e di cyber security (è amministratore delegato dell'azienda Secure Network).

"Sono onorato della fiducia che l'assemblea di Assolombarda ha espresso nei miei confronti" ha detto Biffi davanti alla platea di giornalisti. "Come imprese di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia esprimiamo un quadrilatero in grado di generare il 13,4% del Pil nazionale, un numero significativo". Dall'orgoglio al senso di responsabilità, perchè "qui più che altrove l'impresa può fare la differenza" e fungere da traino. L'obbiettivo dichiarato è far crescere la produttività. In che modo? "Integrando l'Intelligenza artificiale ai processi industriali. Le aziende che lo hanno fatto hanno aumentato il rendimento di 2,4 volte e ridotto i costi del 13%. Nell'aumentare la produzione il rapporto ricavi-costi è migliorato del 4,5%".

Dati Istat mostrano che l'anno scorso le imprese che hanno usato l'AI erano 8 su 10, "valutando la digitalizzazione siamo il penultimo Paese europeo: penso che il nostro territorio abbia tutte le potenzialità per ospitare un grande centro europeo di sperimentazione sull'Intelligenza artificiale". Biffi lo immagina proprio qui, nel quadrilatero del nord, il polo intelligente, "il 20% degli articoli scientifici di qualità arriva dal nostro territorio come il 20% dei brevetti e il 22% delle sturt up. Sono presenti inoltre 9 università e centri di ricerca di assoluto valore". Il mercato del lavoro si sta trasformando in vista dell'integrazione delle nuove tecnologie. "Abbiamo però persistenti lacune tra domanda e offerta di competenze. Nel 2024 il 44,8% delle imprese ha avuto difficoltà a trovare personale qualificato soprattutto nei settori tecnico produttivi, nelle professioni sanitarie, digitali e in quelle emergenti (sviluppatori di AI, esperti in gestione dei dati, energy manager, progettisti di sistemi a basse emissioni).

"Ogni imprenditore è come un surfista che attende l'onda e all'inizio teme di esserne travolto. La paura si vince con la conoscenza, la tavola si fa più robusta grazie alla tecnologia e l'associazione permette a ciascuno di non sentirsi solo: remeremo sulla cresta dell'onda". E come si rafforza l'innovazione? "Se qui abbiamo la bicicletta e Usa e Cina hanno una Ferrari anche se mettiamo Schumacher in bicicletta verrà sempre superato dalle Ferrari: bisogna immettere nuovi capitali. Il grande lavoro da fare è sulla semplificazione anche fiscale, la burocrazia rallenta ogni slancio innovativo". La situazione geopolitica è incerta, i costi dell'energia alle stelle, le imprese italiane pagano le bollette più care d'Europa, anche più del doppio rispetto ad altri Paesi europei. "Sull'energia si giocano due partite: c'è l'urgenza di recuperare la competitività e la necessità di incrementare le rinnovabili arrivando a disaccoppiare il prezzo delle rinnovabili da quello del gas.

Poi c'è la partita sul lungo periodo, come il nucleare, l'idrogeno o la tecnologia green, senza sposare una scelta oggi quando dopodomani ne potrebbe nascere una migliore ma cominciando a investire oggi". Su un probabile futuro reattore nucleare in città? "Non spetta a me questa decisione".

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