Nostro inviato
a Pechino
Davanti a tutti nella batteria del K1 500 metri, prima e già qualificata per la finale. Josefa Idem, a quasi 44 anni, ha stupito tutti, forse anche se stessa. Ma in attesa della gara che vale loro in questa sua settima Olimpiade, le sta a cuore anche qualcosaltro: la salute del nostro sport un po bastonato ultimamente. «La verità è che se lItalia vuole restare competitiva a livello internazionale, i nostri atleti devono potersi allenare in tranquillità. Cito sempre lesempio di Vanessa Ferrari che ha dovuto vincere un mondiale perché le mettessero a disposizione una struttura dignitosa. Negli altri Paesi hanno tutto. Serve questo per essere al top ai Giochi... Certo, possiamo anche dire che non ci interessa stare in alto, è solo una questione politica, basta decidere». E ancora, riguardo ai premi da detassare: «Non voglio ritrovarmi a fare botta e risposta con il presidente del Coni Petrucci, dico solo che se vogliamo degli sportivi azzurri sul podio alle Olimpiadi, allora è necessario che lo sport italiano ragioni a 360 gradi.
La Idem: o si cambia o lo sport italiano muore
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