Cè la storia e la cronaca, in ogni nostro evento. Di solito è la cronaca che vince, ma laltra sera, a Mantova, protagonista era la storia: quella dei secoli passati, con i suoi segni forti che restan dentro; ed anche quella del futuro, con le speranze che si accendono. Lo si è capito subito, nello stupendo storico Teatro Accademico, quando è esploso leccitante segnale delle trombe che apre lOrfeo di Monteverdi, e lammaliante gruppo strumentale in cui sedeva il direttore Roberto Gini, carico di suono antico e di vita infallibile teatrale, ha avvolto dun abbraccio sonoro tutti noi. Pochi momenti dopo, una bella ragazza sudafricana, Pretty Yende, ha intonato le parole nate 400 anni fa. «Io la musica son» cantava bene e diceva con sicurezza i versi italiani scritti da Striggio, aprendo la serie dei 17 cantanti vincitori dun concorso, dove la giuria presieduta da Raina Kabaiwanska si è trovata a scegliere fra centinaia di iscritti.
E si capiva, perché il teatro se la serata è di grazia mostra presto la sua felicità, che tutti avrebbero cantato e recitato con intensità. Diventeranno grandi interpreti? Chi sa. Adesso lì, giovanissimi, son soprattutto credibili.
Ieri festa con la storia
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