Ikea, i lavoratori smontano i sindacati

Nessuno ha scioperato, in 200 hanno colto l’occasione di lavorare e guadagnare di più, e lo «store» è rimasto aperto anche a Ferragosto. È finita così la vertenza sul giorno festivo e la «lotteria» per i dipendenti all’Ikea di Corsico. L’azienda incassa la sua vittoria e il sindacato fa buon viso a cattivo gioco. «Ce l’aspettavamo - così Graziella Carneri, segretario generale Filcams Cgil di Milano, ha commentato l’adesione minima - anche perché l’azienda si è organizzata chiamando degli interinali, non pensavamo certo di portare la gente in piazza. Il nostro sciopero è servito a tutelare quanti, per contratto, potevamo essere obbligati a lavorare».
Teatro della vertenza il mega negozio del marchio svedese di arredamenti, 487 dipendenti e un gran giro d’affari che assorbe una bella fetta del bacino milanese. Tutto era partito da un’analisi di mercato secondo la quale i tanti milanesi rimasti in città avrebbero volentieri dedicato il giorno di Ferragosto allo shopping. L’azienda dunque ha deciso, per la prima volta, di tenere aperto. E la dirigenza del negozio aveva aggiunto all’apertura una sorta di premio - un aumento consistente della paga giornaliera - per il dipendente che avrebbe azzeccato l’incasso della giornata. Il giorno di lavoro e il premio hanno scatenato la reazione del sindacato, che aveva lamentato il carattere unilaterale della decisione: «Noi non vogliamo certo non far lavorare - ci ha spiegato Maria Carla Rossi, segreteria Filcams, che ha seguito il caso - ma erano le modalità che non andavano bene, la mancanza di preavviso. E la lotteria era umiliante. Ikea è un’azienda solida, ragiona in termini di occupazione e investimenti, e abbiamo concluso un contratto avanzato in termini sindacali. Spero sia solo un incidente di percorso».
Il sindacato, che ha il suo peso (la Cgil conta circa 150 lavoratori) - aveva provato dunque la sua prova di forza. E la lotteria è stata rivista: «C’è stata una mediazione - spiega per l’Ikea Claudio Rossetti - il premio in denaro è stato sostituito da un buono-acquisti, che d’altra parte non era una novità assoluta, ci sono stati in passato premi anche per il dipendente più veloce e montare un divano». Ikea poi esclude di aver proceduto in modo unilaterale: «Abbiamo chiesto ai dipendenti se erano disponibili a lavorare - precisa - e cento hanno risposto che lo avrebbero fatto». Poi minimizza: «Quello che è successo però è normale, il sindacato cerca di mostrare la sua presenza, e nei rapporti è normale che ogni tanto ci siano tensioni». Ultima contrapposizione: l’incasso.

La Cgil sostiene che «la giornata non è stata certo un successo», mentre per Ikea l’incasso è stato «in linea con le altre giornate festive». Eppure le «scene di lotta di classe a Corsico» sono forse il sintomo più evidente di come il lavoro sia cambiato rapidamente, spazzando via vecchi schemi, riflessi novecenteschi e consolidate convenzioni e convinzioni.

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