Imbarazzi e strategie La sinistra tradita fa la guerra a Pisapia

Fedelissimi e consiglieri sono irritati. Primarie il 28 febbraio o il 6 marzo, ma al sindaco tocca convincere Sel

Imbarazzi e strategie La sinistra tradita fa la guerra a Pisapia

Vince la linea «attendista». La discesa in campo del vicesindaco Francesca Balzani ha costretto assessori e consiglieri a rifare calcoli e posizionamenti. Chi aveva già firmato documenti pro Giuseppe Sala sta meditando di nuovo le mosse. Scommettere troppo presto sul cavallo sbagliato può far perdere una poltrona per i prossimi 5 anni. Con un'incognita di fondo: chi formalizzerà davvero la candidatura? Molti non mettono la mano sul fuoco nè sulla vice nè sul manager Expo. E se l'assessore Franco D'Alfonso, tra i capostipiti del movimento arancione, giorni fa ha parlato vagamente di «ricerca di una terza via». Giorni fa c'è persino chi è tornato a fare il nome dell'ex vicesindaco Lucia De Cesaris (ieri si è tolta un ennesimo sassolino dalle scarpe dopo le dimissioni a luglio, c'è una «sottile differenza - ha scritto su Twitter - tra sbattere la porta ed essere accompagnati fuori dalla porta»). Qualcuno giura che non si scontrerebbe alle primarie contro Sala, ma se ci fosse in campo la Balzani perchè no. Fantapolitica? Più che commenti netti a favore di manager o vicesindaco a Palazzo Marino si raccoglie irritazione nei confronti di Pisapia, neanche i fedelissimi hanno gradito l'endorsement per la Balzani («ha deciso da solo che era il candidato che univa?»).

Ha messo in imbarazzo soprattutto gli assessori (teoricamente) più vicini. Chiara Bisconti a Cristina Tajani avevano già fatto mezzo passo verso Sala e ora dovrebbero adeguarsi alla linea del sindaco. Franco D'Alfonso ha chiesto per mesi un candidato della giunta ma si stava abituando all'idea del commissario («non partecipo a X Factor ma dobbiamo trovare il nome più adatto al momento» ha detto ieri). Dichiaratamente pro Sala è Carmela Rozza, Filippo Del Corno sta con il collega Pierfrancesco Majorino, già in campo. Sfrutta il «ruolo tecnico» in giunta Alessandro Balducci (Urbanistica) per tenersi super partes. In forte imbarazzo Sel e gli «arancioni». I comitati coordinati da Paolo Limonta sono pronti a saltare dal carro di Majorino a quello di Balzani, magari con un ticket tra i due. Più o meno lo stesso auspicio tra gli esponenti Sel, che ribadiscono però i dubbio sulla partecipazione alle primarie se ci sarà Sala.

Tecnicamente la raccolta firme per le candidature deve partire il 7 dicembre: oggi si riunisce il comitato organizzativo per predisporre i moduli. Renzi e Pisapia hanno raggiunto l'accordo su una proroga - dal 7 a fine gennaio - per la consegna. Il voto slitterà dal 7 febbraio al 28 o al 6 marzo. Ma qui entra in gioco Pisapia, spetta a lui trovare un accordo con la sinistra. Il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni ha ribadito che in caso di vittoria del manager non lo sosterrebbe (tradotto: se si candida Sel non partecipa). «Decideremo quando e se sarà in campo» prendono tempo i coordinatori locali Anita Pirovano e Mirko Mazzali. Il consigliere Luca Gibillini invece chiede ai romani un passo indietro e dice chiaro che «Sala si può e si deve battere alle primarie. Rinunciare alla sfida, significherebbe consegnare la città a poteri diversi».

E se vincesse Sala? «Non scappo con la palla». A Roma sarebbe stato utile ironizza il coordinatore Pd Pietro Bussolati «un passaggio del sindaco da Sel nazionale». La raccolta firme parte lunedì, oggi il sindaco è a Parigi e il tempo stringe.

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