Immigrati, diecimila permessi «fantasma»

Chi li ha chiesti (e ottenuti) non li ha mai ritirati. Tra le ipotesi quella delle domande false

L’ultima vicenda di violenza scoperta dagli agenti della polizia ferroviaria di Lambrate, in pattuglia lungo i binari della Milano-Pioltello. I poliziotti trovano in una baracca un bulgaro con due donne, una romena e una connazionale. I tre vengono portati in questura per l’identificazione e qui le donne, tra le lacrime, raccontano la loro vicenda: il marito, tra violenze e stupri, la costringe a prostituirsi, ma anche a consegnare tutti i soldi al suo aguzzino. Dopo di lei parla la bulgara, conferma le dichiarazioni dell’amica, comprese le aggressioni brutali di cui era vittima quando si rifiutava di andare a vendersi. Le due donne sono ora in una comunità protetta mentre l’uomo finisce a San Vittore. Intanto il vicesindaco, Riccardo De Corato, chiede al nuovo governo «l’inasprimento delle pene, controlli alle frontiere, revisione del trattato di Schengen per fermare gli ingressi e viaggi di sola andata per i comunitari che non possono mantenersi, e vengono in Italia per vivere nell’illegalità».


Sempre in materia d’immigrazione, spunta il caso di almeno diecimila permessi di soggiorno elettronici preparati da Poste italiane e Ufficio immigrazione della questura e mai ritirati da parte di altrettanti richiedenti, più altri 17mila che non hanno trovato i destinatari per errori nella compilazione dei moduli. Tra le ipotesi, lo spettro di domande «truccate».

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