Roma«Siamo costretti a fidarci della Tunisia. Speriamo che mantenga la parola». Umberto Bossi ieri alla Camera era forzatamente fiducioso. Il blocco delle partenze verso lItalia «deve funzionare, puttana Eva», si è lasciato andare il Senatùr con i giornalisti, senza nascondere la sua insofferenza. Nelle mani della Tunisia. Il giorno dopo laccordo siglato a Tunisi da Berlusconi sono partite subito le riunioni tecniche per decidere come dividere i 20mila profughi a cui lItalia offrirà un permesso di soggiorno temporaneo, il patto per lo stop dei barconi. La Tunisia collabora, ha assicurato Berlusconi nel corso della giornata a ministri e rappresentanti degli enti locali: ha solo bisogno di tempo e di mezzi. Placate le Regioni, è ora la Francia linterlocutore più difficile per il governo. Parigi «vuole esaminare la conformità al codice Schengen» del permesso di soggiorno temporaneo, avvisa Le Monde.
Ieri giorno di riunioni tecniche: prima un faccia a faccia, dai toni accesi, tra i governatori, poi vertice più disteso tra questi ultimi e lesecutivo, infine una cabina di regia serale, il comitato di contatto presieduto dal presidente del consiglio e composto dai ministri Maroni, Frattini, la Russa, Matteoli, Sacconi, Romani e Brambilla. Sarà molto importante in questa fase il ruolo della Difesa. Bisogna trovare aree idonee in ogni regione, ma non ci saranno tendopoli: «Ci sono stati chiesti - ha chiarito La Russa - siti recintati, tipo caserme, dove poter alloggiare persone senza bisogno di tende». Ospitalità controllata. Questa era stata una delle richieste più forti degli enti locali.
La commissaria europea agli Affari Interni Cecilia Malmstrom sembra sempre più disponibile ad aprire alle richieste dellItalia: ieri ha scritto una lettera ai 27 governi degli Stati membri dellUnione con la raccomandazione di trovare «rapidamente un accordo» su un piano di ripartizione dei rifugiati. Maroni chiederà a Bruxelles lapplicazione della protezione temporanea anche per i tunisini già arrivati in Italia. Dallinizio dellanno gli sbarchi sono stati 25.800, 23.000 circa sono i tunisini. La Francia però, come scriveva anche Le Figarò, sarebbe pronta a contrastare liniziativa di Roma. Il giornale francese ha titolato in modo molto polemico le vicende italiane: «Roma regala la Francia agli immigrati tunisini». Berlusconi ha sentito il presidente Nicolas Sarkozy domenica, e ieri è stata ufficializzata la data del vertice bilaterale proprio per parlare di flussi migratori e emergenza nordAfrica: il 26 aprile a Roma, alla presenza dei ministri degli Interni e degli Esteri. Il bilaterale arriva in un momento di rapporti non sereni tra Francia e Italia dopo lintraprendenza di Parigi nella guerra in Libia. Ieri Berlusconi ha sentito ancora il premier inglese David Cameron, a testimonianza di un canale preferenziale aperto con Londra, Frattini è invece volato a Washington per incontrare Hillary Clinton e discutere della posizione italiana di appoggio al consiglio nazionale di transizione.
Al termine dellincontro a palazzo Chigi di ieri sera sulla Tunisia, il governo ha confermato dunque lintenzione di distribuire equamente gli immigrati da nord a sud: «Tutte le Regioni saranno attive nellaccoglienza dei migranti - ha confermato il sindaco di Torino Sergio Chiamparino - Inoltre, saranno attivate le procedure europee affinché i migranti possano defluire anche nei Paesi Ue». «Lobiettivo finale sono i rimpatri», ha chiarito il governatore piemontese della Lega Roberto Cota. Anche il pugliese Nichi Vendola è parso soddisfatto: «Credo abbia prevalso il buonsenso».
Berlusconi ha annunciato che volerà di nuovo a Lampedusa, sabato, «per verificare lo stato della situazione». Non comprerà più la villa sullisola, ha spiegato ai governatori, perchè si trova su un terreno demaniale.
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