«Le imprese zombi devono fallire subito»

da Milano

La Banca dei regolamenti internazionali chiede metodi «darwiniani» per le imprese palesemente incapaci di competere sul mercato: vanno lasciate fallire, altrimenti - spiega l’istituzione di Basilea nel suo rapporto annuale - rischiano di contaminare il resto del tessuto economico. «Se si consente alle società «zombi» di rimanere a galla - si legge - è probabile che il continuo eccesso di capacità produttiva pregiudichi i profitti e le capacità di sopravvivenza delle altre imprese. Le imprese che non hanno possibilità manifeste di sopravvivenza - aggiunge la Bri - dovrebbero essere prontamente liquidate, lasciando che azionisti e dirigenti ne paghino il prezzo».
Il rapporto Bri non risparmia giudizi su altri temi. Sul deficit italiano sostiene che rientrerà quest’anno sotto il 3%, attestandosi al 2,5%, sopra le stime del 2,3% previste dal governo, ma ben due punti percentuali in meno rispetto al 4,5% del 2006. A preoccupare, invece, è il debito che si mantiene «ostinatamente alto». La diagnosi sullo stato della finanza pubblica suggerisce agli Stati, quindi anche all’Italia, di riformare i sistemi pensionistici al fine di non mettere a rischio il risanamento dei conti pubblici, che «rimane un traguardo distante per la maggior parte dei Paesi industriali avanzati».
Le minori imposte di cui hanno giovato le famiglie e l’aumento degli esborsi della previdenza sociale infatti, secondo la Bri, sono un mix che non può durare alla luce dell’invecchiamento della popolazione. Il rischio - avverte la banca che individua nell’Italia e nel Giappone due dei Paesi in cui la spesa per la previdenza è aumentata considerevolmente - è che «l’incidenza del debito pubblico possa seguire una spirale al rialzo».
Bene, sempre per quanto riguarda l’Italia, l’evoluzione del sistema bancario, il cui consolidamento è stato favorito «dalla rimozione di ostacoli effettivi e presunti alle fusioni societarie», contribuendo così anche alla «performance delle azioni bancarie». In tutta Europa il settore bancario si è dimostrato vivace con diverse operazioni transfrontaliere. In quest’ottica è necessaria «una stretta cooperazione tra le varie autorità nel condividere le informazioni e nel coordinare gli interventi ufficiali». L’Europa si è dimostrata attiva sul fronte del merger and acquisition non solo nel settore bancario: complessivamente nel 2006 le attività di fusione e acquisizione hanno totalizzato 4,1 trilioni di dollari di operazioni (il valore più alto dal 2000), di cui 1,2 trilioni in Europa (+52%).


Nel 2007, in base alle prime indicazioni, l’economia mondiale continuerà a espandersi in modo vigoroso, anche se inferiore all’anno precedente. Su questo scenario positivo, però, continuano a permanere dei rischi, fra i quali un rallentamento più pronunciato degli Usa (anche a causa dell’andamento del mercato immobiliare) e gli squilibri di parte corrente.

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