Massimiliano Scafi
da Roma
Amici no, sarebbe troppo. Ma, dopo giorni di ghiaccio, dopo una serie di piccoli e silenziosi sgarbi incrociati, basta solo una oretta faccia a faccia nello studio alla Vetrata perché tra il primo presidente della Repubblica ex comunista e il primo nemico dei comunisti sbocci unimprovvisa simpatia. Comincia Giorgio Napolitano, con una sorta di legittimazione del premier uscente: «Lintensità dellimpegno dispiegato da Silvio Berlusconi per cinque anni ha permesso continuità e stabilità dellintera legislatura». Un po più dellonore delle armi, un po meno di un complimento. Comunque è musica per il Cavaliere, che ricambia subito la cortesia: «Le parole del capo dello Stato sono un buon inizio. In Parlamento, quando ha dichiarato di voler essere imparziale e sopra le parti, io ho detto che prima di commentare volevo aspettare i fatti. Bene, oggi ha dimostrato di voler essere il presidente di tutti».
Semplici gentilezze istituzionali? O è un vero disgelo? Si vedrà. Il menù della giornata offre il debutto di fuoco di Napolitano, che imposta uno stile veloce e asciutto e consultazioni-sprint, e il ritorno a Palazzo Chigi dieci anni esatti dopo, del Professore. Ma la novità politica sta nel netto e imprevisto miglioramento nei rapporti tra il nuovo capo dello Stato e il leader di Forza Italia. Lunedì, il giorno del giuramento, il barometro segnava tempesta. Napolitano che, in un discorso pieno di citazioni, ometteva di parlare del presidente del Consiglio, il premier irritato che si sfogava: un intervento tutto rivolto al passato.
Ma, come si dice in questi casi, oggi è un altro giorno. Il Principe Rosso e il Cavaliere si vedono a mezzogiorno e mezzo e restano a parlare fino allora del Tg1. E quello che spunta fuori dalla sala degli arazzi di Van der Roost e si avvicina ai microfoni è un premier dai panni quanto mai moderati e istituzionali. Certo, dice, la sinistra ha occupato tutte le cariche e il risultato delle elezioni non è ancora completamente chiaro, infatti «chiederemo verifiche attente e veloci». Però intanto, prende «atto del risultato elettorale» e assicura «unopposizione responsabile, non cieca e attenta al bene del Paese».
Alle sei e mezzo di sera, prima di ricevere Prodi per affidargli lincarico, è il presidente ad apparire nella loggia della Vetrata per fare il punto della situazione, a bocce ancora in movimento. Giornata dura? Macché, «è stata velocissima. È andata bene, sono soddisfatto», racconta. «Le consultazioni per il nuovo governo si sono svolte in un clima di massima cordialità». Nessun problema, spiega: «I rappresentanti della Casa delle libertà non hanno minimamente contestato che l'incarico debba andare al capo della coalizione di centrosinistra, secondo quello che è il chiaro dettato della nuova legge elettorale». È il bipolarismo, bellezza.
Quanto a Berlusconi, «il presidente del Consiglio ha essenzialmente voluto rappresentare il bilancio dellattività svolta, mettendo in luce quelle che sono, a suo avviso, le riforme più significative adottate e per le quali si augura che ci sia un elemento di continuità». Napolitano conclude con un riconoscimento al Cavaliere: «Da questa impostazione di Berlusconi è risultata lintensità dellimpegno da egli dispiegato in questi cinque anni e che ha permesso la stabilità e la continuità dellintera legislatura». La replica non si fa attendere. «Napolitano è partito con il piede giusto - commenta Berlusconi passeggiando per via Condotti - . Se mi sento garantito? Anche il presidente conviene sul fatto che la guida delle giunte per le elezioni e per le autorizzazioni a proceder debbano andare allopposizione. Non penso che il centrosinistra possa invertire questa prassi. E sono convinto che il capo dello Stato non permetterà allUnione di occupare la Rai».
Le otto ore di consultazioni si chiudono con lincarico affidato a Prodi, atteso oggi alle 12 con la lista. Per battere questo record di velocità Napolitano rimanda il completamento del suo staff.
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