«Incassi mancati e ferie forzate» Gli industriali in crisi per il blocco

Magazzini pieni e consegne difficoltose: c’è chi vuole lasciare a casa gli operai

Imprenditori sull’orlo di una crisi di nervi. «È una tragedia! - sbotta Giovanni Milesi di «Vernici Egidio Milesi» - definire questa situazione un problema mi sembra davvero un eufemismo». Ecco il quadro della sua azienda: «A causa del blocco dei tir le mancate vendite si aggirano intorno al milione di euro su un fatturato totale di 18 milioni». E le conseguenze, sono presto dette: «Se non si verifica una svolta, domani mando in ferie anticipate gli operai: il magazzino è pieno di prodotti finiti che non possono partire, dall’altra parte le scorte sono finite e non posso tenere qui i miei uomini con le mani in mano».
Ma la protesta non sta provocando solo perdite di carattere economico, presto infatti, le vere vittime di questo blocco potrebbero diventare le persone malate. Ecco un esempio: la sede milanese del gruppo francese Air Liquide rifornisce di ossigeno medicinale 200 ospedali della città e dell’hinterland (tra cui Niguarda, San Paolo e San Raffaele) e 1836 pazienti con problemi respiratori che vengono raggiunti direttamente nelle loro case. «Finora ci siamo arrangiati - spiega Sabine Robert che si occupa della comunicazione dell’azienda - ma fra due giorni non saremo più in grado di lavorare perché resteremo a secco di carburante».


Una situazione che coinvolge indistintamente tutti i settori, «specie in questo periodo che precede le festività natalizie - sottolineano da Assolombarda - con livelli particolarmente intensi di consegne e forniture».

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