Tra le pareti annerite dell’edificio di via Trento a Sesto San Giovanni si scorgono ancora un vecchio frigorifero, tende da campeggio, vecchi contenitori di detersivi e qualche pentola.
Del passaggio del quattordicenne romeno morto carbonizzato nell’ex area Falck però è rimasto ben poco. Solo un’ampia macchia scura sul suolo coperto di stracci dove ieri, per tutta la giornata, amici e familiari hanno depositato, sopra un grosso mattone cavo, fiori e candele. Sarebbe stato proprio un lume lasciato acceso nella notte a provocare le fiamme che hanno avvolto il minorenne, giunto in Italia da pochi mesi, e costretto a chiedere l’elemosina per vivere.
Era da poco passata la mezzanotte quando un automobilista ha lanciato l’allarme agli agenti di polizia locale. In quello che i sestesi chiamano «l’edificio curvo» si intravedevano già alte lingue di fuoco. Quella zona è stata già oggetto di interventi di pulizia, ma a pochi mesi di distanza tutto è tornato come prima. All’esterno era stata ristabilita una parvenza di ordine, dentro era un luogo franco di degrado indicibile.
Quando gli uomini guidati dal comandante Pietro Curcio sono giunti sul posto, erano arrivati da pochi minuti i vigili del fuoco. Mentre i pompieri lavoravano per tenere sotto controllo le fiamme amplificate dai cumuli di rifiuti che si trovavano all’interno, una quindicina di persone con alcuni bambini si sono riversati per strada. Solo aver domato l’incendio, verso l’una di notte, la terribile scoperta. In una stanza giaceva il cadavere carbonizzato di un adolescente. «Non abbiamo potuto fare nulla per salvarlo perché il fuoco era troppo grande», hanno spiegato alcuni romeni.
Se di giorno l’area è un via vai continuo di operai che stanno bonificando la zona, di sera negli edifici fatiscenti, vivono circa 30 persone, già allontanate una settimana fa. Oggi sarà eseguita l’autopsia sul cadavere del 14enne ma sembra non ci siano dubbi sulla causa accidentale dell’incendio; la vittima sarebbe passata direttamente dal sonno all’asfissia. Rimane da formalizzare che la salma è quella di Daniele. Anche il fratellastro Gheorghe, 20 anni, viveva lì con la moglie e i figli, nella stanza a fianco. Lui lo ha riconosciuto. È convinto che sia lui, anche perché manca Daniele all’«appello». Tra le lacrime continua a ripetere di volerlo riportare in Romania. I genitori arriveranno oggi.
Se le fiamme nell’ex aree Falck sono ormai spente, nel «parlamentino» cittadino il clima è incandescente. «Negli ultimi mesi, in accordo con la prefettura, le forze di polizia e i servizi sociali del Comune – ha spiegato il sindaco Giorgio Oldrini - sono stati effettuati vari sgomberi di occupanti abusivi di aree dimesse con una netta riduzione del loro numero. L’amministrazione ha inoltre portato a circa un milione e mezzo di euro l’impegno per assistere minori in difficoltà». Dura la risposta della minoranza.
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