«Donne e motori, gioie e dolori» recita un famoso proverbio. Negli ultimi decenni si potrebbe aggiungere un elemento al famoso detto. Il calciatore. Che come si sa ama donne e motori. Ma se con le ragazze, meglio sarebbe dire veline o schedine, al massimo ci scappa il tradimento in televisione o qualche foto sui giornali di gossip, diverso è il rapporto con i motori. Sicuramente meno fortunato che con le belle donne.
L'ultimo incidente in ordine di tempo riguarda Luca Toni. Lunedì sera l'ex attaccante bavarese è rimasto coinvolto in un incidente, senza per fortuna nessuna conseguenza. Dopo le prime voci rimbalzate è stata la società Genoa a fare chiarezza. La macchina del numero nove genoano è sbalzata contro il guard rail all'altezza dello svincolo A7/A10 che porta in direzione aeroporto intorno alle 23.30. Sul luogo è intervenuta la Polstrada verificando che l'incidente è stato causato per un oggetto di metallo di oltre un metro che era in mezzo alla carreggiata. Gli stessi agenti hanno riscontrato che la vettura di Toni, una Q7 dell'Audi, viaggiava a velocità regolare e che lo stesso è risultato negativo al test alcolemico.
Meno fortunati invece erano stati nel 1993 i rossoblucerchiati Gianluca Pagliuca e Thomas Skuhravy. Il portiere blucerchiato il 10 maggio in autostrada, sul cavalcavia di Sori, stava transitando sulla corsia di sorpasso quando per colpa di una manovra azzarda di un tir la sua Porsche 4 sbatteva contro un altro camion e rimbalzava come una trottola impazzita sul guard rail di sinistra disintegrando la fiancata. A salvarlo fu l'air bag che però non gli impedì la clavicola sinistra fratturata e un pneumotorace al polmone sinistro. Grosso spavento anche per l'attaccante del grifone. All'alba del 8 novembre presso Celle Ligure il giocatore ceco a bordo di una Mitsubishi 3000 bianca, forse per colpa dell'asfalto bagnato, perdeva il controllo dell'auto e dopo aver sbattuto contro una fioriera e divelto un guard rail, ritornava indietro sulla strada. Sotto c' era la scogliera, a picco sul mare. Anche in questo caso «macchinone» distrutto. Diverse le vicissitudine capitate agli argentini blucerchiati Ortega e Veron sui loro mezzi. Il primo dopo una notte burrascosa in giro per i locali di Genova in compagnia dei compagni Cordoba e Catè fu fermato dalla Polizia che gli ritirò la patente e lo denunciò per guida in stato di ubriachezza. Il secondo invece venne bloccato a Nervi e portato in caserma. Gli agenti lo avevano trovato trafficare sotto il cruscotto e credendo che si trattasse di un ladro, lo fermarono.
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