L'amore non lo vede nessuno (Rizzoli, pagg. 232, euro 19) è un romanzo di confessioni. Che cosa deve succedere nella nostra vita per spingerci a dire la verità? Quanto dobbiamo essere messi alle strette dagli eventi e dalla nostra coscienza, quanto sovrastati dalle nostre emozioni? È questo il terreno su cui si muove nel suo nuovo libro Giovanni Grasso, che è consigliere del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la stampa e la comunicazione e scrittore, con alle spalle una serie di saggi storico/politici e di romanzi, come Il caso Kaufmann, ambientato nella Norimberga nazista, Icaro. Il volo su Roma, una storia di libertà e coraggio sullo sfondo della Roma del Ventennio e Il segreto del tenente Giardina, un viaggio nella vita di un soldato della Grande guerra (tutti editi da Rizzoli). Qui però la storia è contemporanea: siamo fra la provincia comasca e Milano, gli anni sono i nostri (a un certo punto, uno dei personaggi si ammala di Covid). E si comincia con un funerale: quello di Federica, una giovane donna bella, affascinante, indomabile, arrogante, misteriosa e di successo, morta in un incidente d'auto su cui aleggia qualche dubbio. In chiesa, nella prima panca troviamo il padre, che ha sempre adorato quella ragazza ribelle, e la sorella maggiore, Silvia. C'è poi moltissima gente, persone del paese, venute per confortare il pover'uomo che ha perso una figlia, e colleghi arrivati da Milano, dove Federica viveva. E poi c'è un uomo che, all'apparenza, non c'entra nulla: elegante, distaccato, carismatico... Arriva di soppiatto e poi sparisce. Silvia intuisce subito che, se vuole scoprire qualcosa sulla vita della sorella, di cui da anni sapeva poco (non si erano mai amate troppo), dovrà rivolgersi a quello sconosciuto.
È così che Silvia e l'uomo del mistero stabiliscono un patto: si incontrano ogni martedì, alle 3 del pomeriggio, e per sessanta minuti precisi, non uno di più, lui racconterà a Silvia tutto quello che sa di Federica e ogni dettaglio della loro relazione; Silvia, però, non cercherà in alcun modo di scoprire la sua identità. Dovrà accontentarsi solamente del nome: Paolo. E all'inizio Silvia, che si definisce «una di paese» e apparentemente (ma solo apparentemente...) è un po' ingenua, sembra pendere dalle sue labbra: lo sconosciuto confessa particolari scabrosi e anche poco edificanti, della propria vita e della personalità di Federica, e Silvia gli crede, in base alla fiducia che ha deciso di accordargli, nel momento stesso in cui hanno stretto il loro patto. Ma l'amica Eugenia, detta Ge', zitella brillante e molto protettiva, insinua il dubbio: e se questo elegante signore fosse un bugiardo? Se la morte di Federica non fosse accidentale, bensì legata a qualche segreto che aveva scoperto?
Quando spuntano una chiavetta Usb con documenti criptati, un altro amante che cerca di forzare la serratura e un ladro che ruba il computer di Federica, Silvia non è più così sicura che Paolo sia sincero come afferma e teme che, con quella liaison, la sorella sia finita nei guai. Senza svelare come si risolverà il tutto (la trama riserva molte sorprese...) possiamo dire che il vero «giallo» è il soggetto del titolo: l'amore medesimo. L'indagine/confessione di Silvia e dell'ambiguo Paolo sembra riguardare proprio la sua natura, specialmente quanto è così travolgente, anzi, «assoluto», come quello fra Paolo e Federica. «L'amore non lo vede nessuno» è infatti una frase tratta da un sermone di Sant'Agostino sull'amore di Dio. Spiega Paolo: «Dice Sant'Agostino: Qual è il colore dell'amore? Quali i lineamenti? Quale la forma? Nulla di questo vediamo, eppure lo amiamo. E poi, subito dopo: Lei vede lui. Lui vede lei. Ma l'amore non lo vede nessuno.
Eppure ciò che si ama è proprio quello che non si vede». E questo è un mistero che possiamo affrontare solo addentrandoci in noi stessi, confessando l'inconfessabile: quello che più ci fa paura, quello che ci disturba, quello che desideriamo davvero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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