da Bolzano
Una paternità decisamente incerta. Tanto che, per accertarla, mezza squadra di calcio dovrà fare il test. A chiederlo (e a ottenerlo) una donna residente in val Venosta, Alto Adige, che si è rivolta a un avvocato per ottenere un assegno di mantenimento per il suo bambino. La ragazza ha chiesto che siano «controllati» anche un paio di assessori comunali e altri compaesani, per un totale di tredici persone.
La vicenda è raccontata dal quotidiano in lingua tedesca di Bolzano, Tageszeitung. Il fatto - scrive il giornale - è avvenuta a Malles, tranquillo paesino della vallata della cittadina termale di Merano. La giovane donna - che lavora nel bar di un impianto sportivo - intende chiedere se non il cognome del padre, gli alimenti. Anche a Magrè, nella Bassa Atesina, una cameriera della Repubblica ceca l'anno scorso aveva preso un'iniziativa analoga anche se i potenziali padri erano di meno.
Il vicesindaco di Malles, Othmar Hellrigl conferma in parte la storia: «Vero è che questa donna, una ragazza sempre un po' con la testa nelle nuvole, ha avuto un figlio a dicembre e che sono due i possibili padri. Ma mai e poi mai sono 13 gli uomini coinvolti, come scrive il giornale. Inoltre lo scenario descritto è semplicemente grottesco».
Insomma, il buon nome del paese va comprensibilmente tutelato anche se poi si apprende che una quota dei potenziali padri ha deciso di rivolgersi a sua volta a un legale e di mettersi in contatto con la donna. Un'amica della ragazza conferma invece tutto, imprecisa solo sul numero esatto degli uomini.
Indignato l'allenatore di una delle squadre di calcio della valle: «Stiamo anticipando il carnevale... Sono tutte favole belle e buone». Un calciatore invece conferma e dice che la vicenda è ormai da tempo al centro di chiacchiere divertite o preoccupate, secondo il punto di vista.
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