Una storiaccia medioevale. E nel Medioevo, infatti, si svolge. Siamo a Venezia. Anno del Signore 1313. Tutto cominciò con tre cadaveri restituiti dalla marea. Erano tre bambini. Crocefissi. E tutto è cominciato da lì. Perché Mondino de' Liuzzi, medico bolognese realmente esistito, ha iniziato a cercare di scoprire cosa si celava dietro quel dramma quasi per caso. Era a Venezia per curare una donna alla quale lo legava una vecchia relazione passionale, poi il destino ha arricchito la sua vicenda attraverso la figura di Templari, ricercati dalla Serenissima, che pretendeva di impadronirsi di una mappa, che situava con precisione il tesoro dell'ordine, soppresso da Filippo il Bello. E di un nobile - e notabile - Vettor Gradenigo che intreccia le sue ambigue e crudeli armi con il rivale, Filiberto Da Mosto, deciso a insidiargli il posto che occupa nel Consiglio dei Dieci attraverso il quale, in sostegno al doge, governa Venezia. E la morte ingiusta di un paio di ebrei, padre e figlio, maldestramente finiti all'interno di un groviglio, nel quale finiscono per pagare un prezzo che non compete loro, innocenti divenuti vittime designate.
«Il libro dell'angelo» (Piemme, pp.364, euro 18,50) di Alfredo Colitto mescola trame e suggestioni. Aiuta a viaggiare attraverso calli e canali veneziani, solletica i ricordi di chi conosce quella meravigliosa città e subisce il fascino di un romanzo al crocevia tra avventura, religione, amore (attenzione, non sesso), politica, spionaggio. La trama presenta personaggi ed eventi realmente accaduti insieme a motivi di fantasia, creando un insieme omogeneo in cui i due apporti si fondono in maniera quasi perfetta. Mondino, che come Pietro da Bologna, è una figura realmente esistita rappresenta l'elemento comune con altri libri dell'autore. È il protagonista dei precedenti «Cuore di ferro» e «I discepoli del fuoco», due thriller ambientati nel XIV secolo, nei quali è incaricato di risolvere le misteriose trame dietro delitti sorprendenti. Si tratta di un trittico-non trittico, insomma, dal momento che le tre storie sono assolutamente indipendenti e non è affatto necessario conoscere le precedenti per "divorare" l'ultima nata dalla mente di Colitto.
Oltre a Mondino, i denominatori comuni sono il luogo, Venezia, il periodo storico (1313 nel «Libro dell'angelo», 1311 negli altri due), le truculenti e granguignolesche morti oltre che lo schema delle indagini, sempre particolarmente ricco di intrecci che, fino alle ultime pagine, impediscono di prevedere come si concluderà la vicenda. Importante anche il ruolo della politica, attraverso i tribunali inquisitori e nelle trame per scalare le cariche più in vista della Serenissima. Un filone che ha fatto di Colitto una sorta di veneziano acquisito, benché nativo di Campobasso e da anni residente a Bologna.
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