Luca Fazzo e Enrico Lagattolla
La truffa dei derivati diventa bufera, e si abbatte sulle banche. Ieri i militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza hanno notificato agli staff legali della svizzera Ubs, della tedesca Deutsche, della francese Depfa Bank e dell’americana JP Morgan - gli istituti che hanno firmato con Palazzo Marino i contratti finiti sotto inchiesta - il decreto di sequestro preventivo firmato dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Vanore, su richiesta del pm Alfredo Robledo. E si tratta di una cifra vertiginosa: oltre 400 milioni di euro.
Quattro volte la somma contestata dalla Procura, che aveva stimato intorno ai 100 milioni il danno causato alle casse dell’amministrazione. Proprio la cifra che ciascuna delle quattro banche dovrà bloccare in attesa degli esiti dell’indagine penale. Gli istituti di credito, secondo l’accusa, avrebbero realizzato l’enorme guadagno a seguito Allo stato, invece, non figurano nuovi persone fisiche iscritte nel registro
degli indagati. L’ipotesi di reato - truffa aggravata - è infatti contestata a
sette funzionari delle banche (Tommaso Zibardi e Carlo Arosio di Deutsche Bank,
Matteo Stassano e Gaetano Bassolino - figlio di Antonio, governatore della
Campania - di Ubs Limited, Antonia Creanza e Fulvio Molvetti di Jp Morgan, e
Marco Santarcangelo di Depfa Bank), ai quali è contestato il fatto di avere
certificato il falso in relazione alla convenienza economica per il Comune che
avrebbe sborsato alle banche tra i 96 e i 162 milioni di euro in più rispetto al
dovuto. Ma sotto inchiesta sono finiti anche due dirigenti che hanno lavorato in
Comune durante il mandato del sindaco Gabriele Albertini. Si tratta dell’allora
direttore generale Giorgio Porta, e di Mario Mauri, l’esperto della commissione
comunale che avrebbe dovuto valutare le condizioni della ristrutturazione del
debito di Palazzo Marino.
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