Il tennis è un po come lo yoga: se lo pratichi bene, capisci subito che la vita è un velo illusorio.
Oggi vinci il match (la pallina supera il nastro della rete), domani perdi (la palla rimbalza nel tuo campo).
E vedi subito «le cose per quelle che sono»: transeunti, passeggere, mutevoli.
Lo spiega Daniele Belloni, giornalista, scrittore, insegnante di yoga, esperto di tennis e di letteratura indiana. Parlare con lui è una scoperta che si rivela piacevole ed intensa: comprendi che lIndia, la redazione di un giornale, la città di Milano, una partita di tennis e un giro ai giardini allinseguimento di una sconosciuta non sono esperienze poi così diverse tra loro.
E quando Belloni le narra in India e altrove. Racconti sul tennis e larte di vivere (ora in libreria per i Tipi di Mimesis) si giustifica dicendo che il libro nasce «dallesigenza di raccontare storie e, in fondo, anche se stessi».
Ci troviamo così a leggere una ventina di racconti dalla scrittura calibrata: i protagonisti sembrano appartenere ad una varia umanità, così disparati fra loro, ma accomunati da un unico profondo sentire per la vita che è quello dellautore, natali romagnoli, un lungo passato a Milano e ora «trapiantato» a Cremona.
Scritti in tempi e registri diversi, i racconti riflettono la personalità poliedrica di Belloni: «Il problema della mia vita - confessa lautore - è sempre stato lincapacità di soffermarmi su qualcosa in particolare».
Non a caso la forma che meglio si adatta al suo sentire è quella della short story.
Sono storie solo apparentemente slegate tra loro, di fatto rette da un unico filo conduttore, quasi che il libro fosse un saggio di filosofia di cui i diversi protagonisti esprimono le molteplici visioni del mondo.
Cè molta India in questa raccolta di Belloni: Paese che ha visitato e di cui conosce bene la cultura, la filosofia e lo yoga che pratica da una decina danni.
LIndia rappresenta la dimensione ultima dellesistenza, la sola in grado di addomesticare il nostro sguardo, di solito distratto, allosservazione corretta della realtà.
Una «filosofia-in-azione», come la definisce lo stesso Belloni, che non si adatta solo alla quiete meditativa degli ashram lungo il Gange, ma anche a una partita di tennis, forse il più cerebrale degli sport, protagonista di diversi racconti del libro e analizzato per le dinamiche che scatena nella mente dei protagonisti.
Quando il match point, della partita che è poi anche quella della vita, è determinato dal numero di rimbalzi della palla sul campo di gico.
Accanto allIndia, alle spiagge romagnole e ai green del tennis, nei racconti compare Milano, cui sono dedicate alcune delle descrizioni più intense del libro: «Milano è una grande madre, talvolta si è mostrata matrigna con me», spiega Belloni, che aggiunge: « La reputo una città misteriosa e affascinante, una metropoli che ti spalanca la mente, a volte con dolore. Ed è per questo una città unica in Italia». Per ulteriori informazioni www.danielebelloni.it.
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