Industria, la produzione torna a crescere dopo 18 mesi di caduta

Il segnale c’è. Non è esaltante ma c’è. Per la prima volta non è una semplice previsione, ma un dato reale: dopo sei trimestri negativi, dopo un anno e mezzo di passione, torna il segno positivo nella produzione industriale lombarda. Il terzo trimestre del 2009, infatti, ha fatto registrare una risalita dello 0,4%. La «ripresina» di fine 2009 ha portato a un arretramento del calo tendenziale (-5,7% dopo tre trimestri consecutivi con valori oltre il -10%). E l’indice della produzione industriale è tornato a quota 94,1 rispetto al 100 del 2000. L’artigianato invece continua a soffrire, e resta in campo negativo (-2,8 nel terzo trimestre del 2009).
I dati sono quelli certificati dal rapporto sull’analisi congiunturale del quarto trimestre 2009 su industria e artigianato manifatturiero di Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Confindustria Lombardia (con la collaborazione delle Associazioni regionali dell’Artigianato).
Dalla loro elaborazione comincia a intravedersi dunque, qualche spiraglio di uscita dalla crisi. Le preoccupazioni tuttavia restano, e per vari motivi. E non solo per l’affanno dell’artigianato. L’occupazione, intanto, che nell’industria è ancora in calo, dell’1,5%. In leggera diminuzione la quota di aziende che fanno ricorso alla Cassa integrazione (34,5%), mentre si stabilizza la quota sul monte ore trimestrale. Andamento simile per l’artigianato, che registra un tasso di uscita del 2,9% e un tasso d’ingresso stabile del 1,2%, con un saldo trimestrale a -1,6%. Altra nota negativa è l’andamento del fatturato, che resta negativo sia per l’industria (-1,4%), e ancor più per l’artigianato (-4,7%).
D’altra parte raddoppiano le imprese che dichiarano di andare «molto bene». Erano l’11% e oggi si attestano sul 22. Ma il dato deve essere depurato da tutte quelle ditte che hanno chiuso, e che sono molte. La crisi in Lombardia è stata forse meno devastante che altrove, ma comunque si è trattato di un arretramento drammatico dei livelli di produzione. «Gli indici - ha spiegato l’economista Pietro Ferri - sono stati i peggiori dal Dopoguerra». Un calo particolarmente vistoso a Como e Brescia, più contenuto a Sondrio e Cremona. La variazione media annua della produzione industriale in Lombardia è finita a -9,5%, con Milano a -8,8%.
Quanto all’andamento per settore industriale delle variazioni tendenziali, sono positive quelle registrate dall’alimentare (+1%) e dalla chimica (+0,5%). Ma anche i settori che permangono negativi registrano valori meno critici rispetto agli scorsi trimestri, come la meccanica (-7,5% rispetto a -12,4%). I settori dell’artigianato, invece, presentano variazioni della produzione su base annua comprese tra il -11,8% della meccanica e il -4% dell’alimentare.
Ancora in flessione l’occupazione, che nell’industria perde l’1,5% rispetto al trimestre precedente. Risulta in leggera diminuzione come detto la quota di aziende che fanno ricorso alla Cassa integrazione mentre si stabilizza il monte ore trimestrale. Per quanto riguarda la produzione, le previsioni parlano di un Pil che dal -4,7% del 2009 potrebbe passare al +1,1%, per arrivare al 2% nel 2013.
«È davvero iniziata - secondo il presidente di Unioncamere Francesco Bettoni - la pur lenta risalita dei livelli produttivi che lascia intravvedere un inizio 2010 caratterizzato anch’esso dal segno positivo ma su ritmi di crescita decisamente contenuti». Confindustria Lombardia, con il vicepresidente Gian Francesco Imperiali, ha rilevato la mancanza di politiche industriali e di scelte strutturali.
Preoccupato dalla situazione dell’occupazione il sindacato.

«Abbiamo finito di scendere - ha detto il segretario regionale della Cisl Gigi Petteni - ora la priorità è intervenire sull’occupazione andando oltre gli ammortizzatori sociali. Occorre fare politiche più mirate attraverso il rafforzamento dei contratti di solidarietà e investimenti mirati per creare occupazione».

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