«Non si respira nessuna aria di psicosi». Situazione sotto controllo a Milano per quanto riguarda l'allarme influenza suina. Lo assicura Mauro Moroni, direttore della Clinica di malattie infettive dell'Università degli studi-Ospedale Sacco di Milano. Già da ieri si sono presentate al pronto soccorso alcune persone appena tornate da un viaggio negli Stati Uniti o in Messico, «solo per allontanare qualsiasi dubbio di aver contratto la febbre suina - precisa l'esperto -, ma niente di più. Nessun caso ha destato particolare preoccupazione nei medici, nè si è registrato alcun segno di panico fra le persone». Anzi, «ho osservato molta tranquillità e consapevolezza nell'opinione pubblica».
Il professor Moroni spiega che il virus dell'influenza suina, che in questi giorni sta allarmando le autorità sanitarie mondiali, potrebbe essere una vecchia conoscenza per il sistema immunitario di molti italiani: «Il virus H1N1 circolò in Italia nell'uomo. Era il 1977 e aveva le sembianze di una classica epidemia stagionale. Non si trattò di una forma letale - racconta - e, proprio perchè è entrato in contatto con una parte della popolazione, è possibile che queste persone siano già immuni».
La Camera di commercio riferisce invece che nonostante l'allarme, anche i prezzi della carne a Milano «tengono». La situazione per il mercato dei suini è già difficile, scrive l'associazione dei commercianti, «i prezzi hanno perso il 30% in soli quattro mesi. A ottobre eravamo a 1 euro e 60 centesimi al chilo, un mese fa al minimo storico dell'anno, 1 euro e 6 centesimi». Molto dipenderà dal comportamento dei consumatori nel prossimo periodo, ma la Camera di commercio rassicura che «i principali mercati esteri da cui si importano suini sono Paesi europei come Olanda, Danimarca, Germania, Spagna, ma non Messico. E i mercati europei sono controllati».
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