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"Da ingegnera sul palco vedo le battute come un test: smonto la realtà ridendo"

Al Manzoni fino a sabato Giorgia Fumo con la commedia "Out of office"

"Da ingegnera sul palco vedo le battute come un test: smonto la realtà ridendo"
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Lei dall'ufficio è scappata senza guardarsi indietro e, quando ha smesso di correre, si è ritrovata su un palco. I ricordi di quella prima vita - tredici anni da consulente di digital marketing in una azienda solida, con una laurea in ingegneria li ha però conservati tutti e, per una stand up comedian di razza, non sia mai che un copione autobiografico già scritto venga sprecato. Eccolo, nelle mani e nella voce ironica di Giorgia Fumo, trasformato nello spettacolo "Out Of Office", atteso al Teatro Manzoni da questa sera al 7 dicembre. Romana, tra i volti più apprezzati nel programma tv "Comedy Central", esponente della generazione Millennial ("quella schiacciata tra i boomer realizzati e la Gen Z tecnologicamente agguerrita"), Giorgia Fumo ha eleganza longilinea e pensieri acuti.

Portavoce dei Millennial, abile a giocare sulle differenze tra generazioni: ognuna di esse è convinta di essere speciale e migliore. Come le si porta tutte a teatro?

"Con la gavetta. Negli anni, soprattutto in questi di post-pandemia e di gente vogliosa di ridere all'aperto, ho fatto piazze estive, feste di paese, davanti a un pubblico di ogni età. Il mio punto di vista è da millennial, ma coinvolgo tutti".

Una curiosità: perché quelli della sua età abbondano di terminologie inglesi che definiscono ogni comportamento sociale? Name, dropping, catcalling, stalking: per alcune battute serve il vocabolario.

"Perché siamo cresciuti negli anni degli sketch dei comici inglesi e americani su YouTube, e perché i più curiosi tra noi magari si leggevano sul web The New Yorker, testata Usa cui piace ricorrere a questi termini, ormai in uso sociale Oltreoceano".

Vita d'ufficio, dalla tecnologia arriva la prima fregatura: comoda ma invasiva.

"Ci sono tecniche di sopravvivenza, almeno con il cellulare. Disattivare tutte le notifiche, quelle che ti sono inutili e che ti incollano allo schermo".

Lei la fa facile, è ingegnere: sa come funzionano le cose.

"Ingegneri lo si è per sempre, è vero. Da mio nonno, anche lui ingegnere, ho preso questa febbre per capire come funziona tutto".

Qual è la caratteristica da "Ing." che si è rivelata più utile per essere una buona comica?

"Vedi il tuo lavoro come un esperimento. Un continuo test: analizzi cosa funziona e cosa meno. Non ti incisti su una battuta debole. C'è poi un'affinità tra ingegneri e comici: l'ego smisurato. Il comico pensa di poter smontare la realtà a battute, l'ingegnere pensa di smontare qualsiasi oggetto per capirlo".

Tornando all'ufficio: difficile trovare veri amici tra i colleghi? Si è tenuto qualche amico dalla sua prima vita?

"Pochi e buoni, sì. Almeno due volte l'anno ci si rivede tutti insieme".

"Out of Office" parla di call, riunioni Zoom, uso astuto e ricattatorio di Linkedin ma soprattutto risse per l'aria condizionata: una sfida di genere o è solo un luogo comune?

"Altro che luogo comune. L'aria condizionata in ufficio è stata studiata per gli uomini, in giacca anche d'estate. La guerra sull'aria condizionata è femminista, diciamolo. Ricordo che a me, novella impiegata, toccò la scrivania sotto il maledetto bocchettone".

La comicità in tv conquista

il pubblico: perché?

"Perché è variegata: su quella generalista si trovano i programmi più nostalgici, sulle piattaforme tipo Netflix c'è la stand up straniera. E poi c'è You Tube sul web, non dimentichiamolo mai".

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