Gli scienziati del Brigham and Women's Hospital hanno scoperto che i livelli di proteina C-reattiva (CRP) ad alta sensibilità, di colesterolo LDL a bassa densità e di lipoproteine(a) sono in grado di prevedere a 5 e a 10 anni il rischio cardiovascolare, e dunque la possibilità di soffrire di ictus, nella popolazione femminile. Lo studio è stato pubblicato sul "The New England Journal of Medicine".
Ictus, il 75% a rischio ha più di 65 anni
L'ictus è una grave patologia cerebrovascolare responsabile di 7,25 milioni di decessi l'anno a livello globale. Dati alla mano, il 75% delle diagnosi interessa soggetti con più di 65 anni, in particolare uomini.
Si verifica quando l'afflusso di sangue al cervello si riduce o si interrompe completamente. Viene così meno la giusta quantità di ossigeno e, di conseguenza, si verifica la morte del tessuto cerebrale coinvolto. Esistono due tipologie:
- Ischemico: è la forma più frequente ed è provocata dal restringimento o dalla totale occlusione di un vaso arterioso cerebrale ad opera di un embolo o di un trombo
- Emorragico: è la forma più pericolosa ed è causata dalla rottura di un'arteria cerebrale. Spesso la perdita ematica, facendo pressione sul tessuto del cervello, dà luogo a danni irreversibili.
Attenzione ai fattori di rischio
Le cause del colpo apoplettico si differenziano in base alla tipologia dello stesso. Quello ischemico è spesso la conseguenza di un coagulo di sangue (spesso proveniente dal cuore) o dell'accumulo di placche di grasso nelle arterie cerebrali che provocano restringimenti oppure blocchi.
Quello emorragico, come abbiamo già detto, si verifica nel momento in cui si rompe un vaso sanguigno cerebrale. Ciò può avvenire a causa di ipertensione arteriosa cronica, malformazioni artero-venose, aneurismi cerebrali e, ancora, traumi cranici o lesioni cerebrali di varia natura.
Indipendentemente dalla natura del disturbo, esistono dei fattori di rischio in grado di aumentare significativamente la probabilità che esso si verifichi. Tra questi ricordiamo:
- Ipertensione arteriosa
- Aterosclerosi
- Ipercolesterolemia
- Diabete
- Età avanzata
- Fumo di sigaretta
- Sedentarietà e obesità
- Abuso di alcol
- Uso di droghe.
Lo studio
Allo studio hanno partecipato 27.939 donne statunitensi sane la cui età media in fase iniziale era di 54,7 anni. Tutte hanno fornito informazioni su fattori di rischio comportamentali, di stile di vita e demografici e sono state seguite in maniera sistematica e prospettica fino a gennaio 2023. Dunque il follow-up è durato 30 anni.
Durante quest'ultimo i ricercatori hanno focalizzato l'attenzione su tre biomarcatori del sangue responsabili dell'infiammazione e della maggior parte delle problematiche cardiovascolari che, ricordiamo, rientrano tra le cause principali dell'ictus:
1. Proteina C- reattiva ad alta sensibilità (CRP);
2. Colesterolo LDL a bassa densità;
3. Lipoproteine(a).
I valori da non superare di tre biomarcatori chiave
La proteina C-reattiva è un indicatore di infiammazione, cioè di attivazione del sistema immunitario. Viene infatti prodotta dal fegato in risposta a infezioni, danni ai tessuti, stati infiammatori cronici dovuti a malattie autoimmuni o a disturbi metabolici come obesità e diabete. Un livello superiore a 3 mg/dl indica una flogosi marcata e, dunque, un rischio aumentato di patologie cardiovascolari.
Il colesterolo LDL è una lipoproteina a bassa densità che ha il compito di garantire un corretto metabolismo lipidico e le normali funzioni cellulari. Valori superiori a 130 mg/dl sono considerati un fattore di rischio per aterosclerosi, ictus e infarto. Infatti le placche formate dal colesterolo LDL induriscono e ostruiscono i vasi sanguigni.
La lipoproteina(a) è una particella lipidica simile al colesterolo LDL, ma con con una componente proteica aggiuntiva: l'apolipoproteina (a). Essa è un importante fattore di rischio cardiovascolare. Livelli superiori a 30-50 mg/dl, infatti, sono associati ad un aumento della probabilità di ictus, infarto, aterosclerosi e stenosi aortica.
Come prevenire il rischio di ictus
Gli scienziati durante il periodo di controllo hanno condotto numerose analisi sui biomarcatori: saggio ad alta sensibilità valutato per la proteina C-reattiva, saggio di misurazione diretta per il colesterolo LDL e saggio indipendente dalla dimensione dell'isoforma apolipoproteica per le lipoproteine(a).
Il punto cardine del follow-up di 30 anni è stato un primo evento cardiovascolare che ha interessato le partecipanti. Esso era una combinazione di infarto del miocardio, ictus e rivascolarizzazione coronarica.
Il team è giunto alla conclusione che i tre biomarcatori sono in grado di predire il rischio cardiovascolare 5-10 anni prima che si verifichi un disturbo.Anche se ora sono necessari ulteriori approfondimenti, gli studiosi ritengono che la prevenzione dell'ictus sia fondamentale. Essa si basa sul rispetto di alcune semplici regole:
- Monitorare costantemente la pressione arteriosa
- Alimentarsi in maniera sana e limitare i cibi che aumentano i livelli di trigliceridi e di colesterolo LDL (carni rosse e insaccati, cibi fritti e industriali, zuccheri semplici e carboidrati raffinati)
- Tenere sotto controllo la glicemia
- Praticare attività fisica regolare
- Non eccedere con l'alcol
- Gestire lo stress
- Non fumare.