Inseguimento mortale, il vigile spara e uccide: "Intervenga il prefetto"

La Provincia: "Situazione grave, subito un tavolo con Lombardi". Ed è caccia allo straniero che ha puntato un’arma contro l’agente

Inseguimento mortale,  il vigile spara e uccide:  "Intervenga il prefetto"

La Provincia è rimasta a guardare il Far west per un mese. Ha espresso prima preoccupazione, poi allarme. Ma non è un film, e la sequenza degli ultimi trenta giorni è già stata terribile. Di fronte «all’escalation di violenza a Milano», l’assessore provinciale alla Sicurezza Stefano Bolognini chiede l’intervento del prefetto. Prima il vigile di quartiere Nicolò Savarino travolto e ucciso da un Suv, poi la donna scippata in bicicletta in piazza della Repubblica, uscita dal coma solo pochi giorni fa. C’è stata la sparatoria in Darsena, con i vigili costretti a sparare in aria dopo essere stati speronati da tre rapinatori francesi. Fino all’inseguimento fatale di ieri a Crescenzago, due vigili contro due sudamericani, l’agente di polizia, Alessandro Amigoni, 36 anni, si vede puntare contro una pistola fa fuoco e colpisce a morte il cileno di 29 anni disarmato. É caccia all’altro straniero. Dopo questo «ennesimo tragico episodio», l’assessore Stefano Bolognini sollecita l’intervento del prefetto Gian Valerio Lombardi. Un commissariamento del sindaco? Poco ci manca. L’assessore leghista chiede «una riunione urgente del comitato provinciale per l’ordine pubblico, per verificare lo stato della sicurezza a Milano». Sono mesi che denuncia un abbassamento del livello di guardia, soprattutto nei quartieri più a rischio, da parte della giunta Pisapia. Ora torna alla carica. «La situazione - insiste - peggiora ogni giorno e solo il sindaco sembra non accorgersene. Pisapia in pochi mesi ha tolto i militari dalle strade, da settembre promette invano i vigili di quartiere, ha interrotto gli sgomberi dei campi rom abusivi, ha voluto limitare al minimo i compiti di polizia ai vigili, ha concesso aperture ingiustificate ai clandestini. Il completo fallimento delle sue politiche di sicurezza sta riducendo la città a un far west, lasciando spazio a teppisti e criminali». Spera quindi «in un intervento deciso del prefetto che richiami il sindaco alle sue responsabilità per invertire il grave aumento di reati e di episodi violenti in città». L’assessore alla Sicurezza del Comune, Marco Granelli esprime vicinanza al Corpo e ha «fiducia nelle indagini della magistratura». Ma alle accuse replica che «tutti stanno facendo la propria parte per garantire la sicurezza». Nella situazione di ieri «i vigili si sono trovati ad affrontare per prima i cileni in fuga perchè li hanno incrociati in contromano, l poliziotti stavano arrivando da un’altra strada. Ma non stavano intervenendo da soli. E sarebbe accaduto anche con la presenza dei militari in città». Ma quello di ieri, come fa presente la Provincia, è la punta dell’iceberg.

Sulle barricate anche i leghisti a Palazzo Marino. Per il capogruppo Matteo Salvini «a Milano ormai è allarme, chi semina buonismo raccoglie violenza e mette in pericolo vigili e cittadini perbene». Il consigliere Pdl Carmine Abagnale, presidente milanese dell’Associazione Polizia di Stato, attacca la giunta: «Sta facendo di tutto per indebolire i vigili proponendoli come operatori sociali. Bisogna investire in mezzi e fornire loro adeguata preparazione». Ribatte il Pd Gabriele Ghezzi, anche lui agente di polizia: se la prende con il ministro degli Interni, «bisogna mettersi al tavolo. Non è possibile che quando succede qualcosa a Roma o Napoli dispone un rafforzamento delle forze di polizia e a Milano non accade mai.

C’è sicuramente un problema sicurezza e vigili sono i più esposti perchè polizia e carabinieri non bastano». Su facebook in serata si apre (da un consigliere di Sel) apre un dibattito sul vigile appassionato di armi. Sul profilo c’è una foto del 2009.

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