Lippi uno e trino. L’accostamento, lungi dall’essere blasfemo, segnala la posizione del Ct poco incline ai cambiamenti. Uno, quello di sempre insomma, nel senso che non modifica di un centimetro la sua posizione sugli argomenti più spinosi, Cassano in prima linea. Per evitare uno scontro ideologico, il viareggino punta sul rispetto delle reciproche idee. «Non ho assolutamente nulla contro Cassano, è un ottimo professionista e un gran bravo ragazzo. Rispetto le opinioni di tutti, i sondaggi che lo vogliono in Nazionale ma sarebbe bello se anche gli altri rispettassero la mia opinione» l’ennesima spiegazione alla chiusura delle porte di Coverciano nei confronti del pibe di Bari. Il Ct è prigioniero del suo pregiudizio, non riesce a liberarsene: adesso che la definizione di «gran bravo ragazzo» sgombera il campo da preoccupazioni relative ai comportamenti del giovanotto, è evidente. Non lo giudica semplicemente adatto a vivere il clima del club Italia in un mondiale lungo 40 giorni e poco idoneo a inserirsi nei suoi schemi che prevedono due attaccanti esterni gran lavoratori ai lati del centravanti.
Lippi trino nel senso che affronta gli altri argomenti del giorno, l’addio di Spalletti alla Roma, il blocco Juve trapiantato in azzurro e la superpotenza Inter, senza dimenticare il suo obiettivo dichiarato. «Se vinciamo le prossime due sfide (a Tiblisi, sabato, e il mercoledì successivo a Torino contro la Bulgaria, ndr) possiamo mettere una pietra sopra la qualificazione» la spiegazione didascalica che l’aiuta a liberarsi delle beghe da cortile, «Juve o Inter da scudetto?» la domanda maliziosa, con una di quelle risposte schiette, «non me ne frega niente». L’Ital-Juve ora non è una scelta romantica ma l’effetto, come spiega bene Lippi, della politica adottata dalla società torinese rivolta ai calciatori italiani. «L’avvio positivo della Juve mi fa ben sperare» è la sua fiducia declinata col necessario disincanto.
Sincero l’omaggio a Spalletti, sentito più che dovuto. «Non pensavo potesse accadere, l’ho visto prima della sfida di coppa col Kosice, Luciano in questi cinque anni ha fatto cose fantastiche, tenuto conto della forza dei rivali» il riconoscimento nei confronti dell’amico che ha avuto la forza e la capacità di tenere per due anni di fila l’Inter sotto pressione, regalandosi qualche bella soddisfazione in coppa Italia e supercoppa d’Italia.
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