Cagliari - Dopo le sentenze che ritengono responsabile Google per i contenuti pubblicati su YouTube, arriva un'altra sentenza che farà discutere. Anche questa volta ad essere indagato non è solo chi commette un reato tramite internet, ma anche il mezzo utilizzato: i provider attraverso i quali i pirati informatici hanno avuto accesso alla rete.
Indagati gli Isp Fastweb e Ngi sono state quindi iscritte nel registro degli indagati per favoreggiamento nell'ambito dell’operazione Poisonous Dahlia condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cagliari. Secondo l’accusa gli internet service provider hanno favorito l’accesso alla navigazione nel web alla piattaforma multimediale pirata Btjunkie sotto indagine della Gdf, non ottemperando ordine di inibizione del sito emesso dal sostituto procuratore Giangiacomo Pilia.
L'inchiesta E' la prima volta che in Italia l’autorità giudiziaria ritiene responsabile gli internet service provider in casi della specie. Dallo scorso aprile l’accesso ai siti www.btjunkie.org e www.btjunkie.com era stato negato ai netsurfer italiani dalla procura cagliaritana. Circa 550 mila italiani usavano ogni giorno la super piattaforma digitale pirata da cui era possibile scaricare musica, film, videogiochi e software, anche con le più recenti uscite commerciali e spesso in contemporanea con le anteprime. Dopo l'inibizione gli investigatori hanno continuato a monitorare il sito e hanno potutor constatare che le due aziende hanno permesso l'accesso ai portali.
Fastweb ha fatto sapere oggi che si sarebbe trattato di un mero incidente tecnologico, i cui motivi sono in corso di approfonditi riscontri all’interno dell’azienda. Il colosso ha anche precisato che ora è perfettamente operante la totale inibizione all’accesso al megastore pirata per i propri utenti italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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